Consorzio Forestale di Villa Basilica, è scontro con il Comune: “Servono risposte, da anni gestiamo un servizio in perdita”

7 agosto 2024 | 18:22
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Consorzio Forestale di Villa Basilica, è scontro con il Comune: “Servono risposte, da anni gestiamo un servizio in perdita”

Dall’1 gennaio del 2024 non è stato rinnovato l’accordo per il teleriscaldamento. Intano si è ampliata la forbice fra costi e ricavi

Una perdita di 20mila euro nel primo semestre del 2024 per il Consorzio Forestale di Villa Basilica, che gestisce il teleriscaldamento nel territorio comunale. A parlare è il componente del cda Giovanni Andrea Ciniero, che conferma la perdita causata da una “forte differenza tra costi e ricavi”.

“Sostenere e accusare noi che i costi sono quadruplicati da parte dell’amministrazione comunale – dice Ciniero – è stato un errore perché non corrisponde alla verità. I costi non sono neanche raddoppiati dal 2022. Sono aumentati del 40-50 per cento circa tra il 2022 e il 2023 e nel 2024 si sono stabilizzati. L’aumento dei costi è stato ampiamente annunciato prima che avvenisse (vedi aumenti dei costi elettrici previsti da noi già dal 2022), è stato poi programmato e condiviso alla stipula dell’accordo con il Comune (a fronte del contributo comunale, l’aumento del valore del cippato è stato concordato con la stessa amministrazione comunale da 5 euro a 6 euro al quintale – quando in Garfagnana il cippato viene consegnato a oltre 10 euro il quintale – e il piccolo aumento dei costi di personale era assolutamente dovuto); in alcuni casi, non è stato previsto ma è stato ampiamente spiegato e dimostrato (aumento dei costi di manutenzione). Si tratta di dati oggettivi e se qualcuno è ancora perplesso e diffida forse è perché non vuol capire. Noi con trasparenza abbiamo dimostrato tutto, anche pubblicamente, al Comune e agli utenti, consegnando copia di tutto”.

“Nel tentativo di giustificare il ritardo del Comune nel trovare un nuovo accordo, durante la campagna elettorale – prosegue Ciniero – ci è stata mossa l’accusa di aver inviato in ritardo alcuni documenti. Si tratta anche in questo caso di una accusa infondata perché i costi del 2023 sono stati anticipati già ai primi di gennaio 2024 via mail e inviati più completi a marzo, ovvero appena dopo aver chiuso il bilancio del 2023. Tutto il carteggio che dimostra questoè stato consegnato a Pariana ad aprile. E ad aprile c’era tutto il tempo di portare l’accordo in consiglio comunale, ma l’amministrazione non lo ha fatto (evidentemente perché non voleva farlo). L’amministrazione da fine dicembre 2023 ha solo continuato a temporeggiare; ha cercato di prendere tempo senza giungere ad alcuna conclusione concreta pretendendo dal Consorzio che lo stesso proseguisse la gestione, senza alcun nuovo accordo. A maggio, ormai prossimi alle elezioni, ci attendevamo almeno un impegno pubblico per il futuro Consiglio, ma niente è stato fatto e niente è stato fatto dopo e tuttora: vista l’inerzia del Comune si può dire che è l’ente per primo ad aver “abbandonato” la caldaia e il servizio. Alla luce di tutto questo, accusare noi e il nostro presidente di aver strumentalizzato la questione a fini elettorali è ingiusto e scorretto, perché noi lamentiamo sempre le stesse cose da anni e alla fine, per responsabilità, proprio perché il Comune andava ad elezioni, abbiamo sempre garantito il servizio; ci teniamo a precisare che lo abbiamo fatto malgrado un atteggiamento sfuggente e lacunoso da parte del Comune che non ha mai adeguato le tariffe dal 2015; non ha mai risposto alla nostra proposta di investire sulla caldaia a nostre spese; non ha mai investito sulla caldaia per riqualificarla, malgrado le promesse pubbliche agli utenti, e non ha sfruttato i bandi di cofinanziamento usciti in questi anni e mesi; non ha prorogato la concessione per 5 anni nel giugno 2023; non più fatto la nuova gara che senza proroga della concessione andava fatta due anni fa – Recentemente, da gennaio 2024 in poi, non ha prorogato l’atto di transizione”.

Quelli che lavorano con le tariffe ferme dal 2015, siamo noi – conclude Ciniero – In Garfagnana le tariffe sono almeno il doppio delle nostre e il cippato viene pagato molto di più. Quelli che gestiscono un servizio da anni in evidente perdita siamo noi, solo nel 2023 abbiamo ricevuto un contributo dal Comune che ha attutito la perdita. Ora siamo arrivati al dunque: dopo mesi di attesa niente è stato mantenuto. Sono passati due mesi dalle elezioni, ci sono stati due consigli comunali e ancora niente: solo annunci e buone intenzioni, giri di parole, promesse, scuse su scuse, e nessun fatto. Questa settimana dobbiamo programmare le manutenzioni estive: come si fa? Senza certezze non intendiamo andare avanti né con il servizio né tantomeno con le manutenzioni. Senza risposte concrete, immediate e fattive, non ci resta che comunicare la consegna delle chiavi della caldaia Ricordiamo a tutti che la gestione del servizio genera perdite e ad oggi viene svolta dal Consorzio senza alcuna proroga da parte del Comune: in tutto questo, l’amministrazione del Comune non ha saputo far di meglio che minacciarci per voler abbandonare un servizio di pubblica utilità che, dall’1 gennaio 2024, non ha più alcuna copertura contrattuale, ovvero che il Comune stesso non si è preoccupato di formalizzare”.

“Per ogni altro chiarimento e informazione – conclude il Consorzio – restiamo ovviamente sempre a disposizione. Se ci venisse chiesto un incontro pubblico, siamo disponibili, anche se la nostra posizione è la stessa da anni e ormai chiara a tutti”.