Rontani (Capannori Cambia), dubbi sulla mensa: “Manca la tracciabilità dei prodotti”

Al consigliere comunale segnalazioni sullo scarso gradimento di alcuni pasti: “E i lavoratori non sono stati tutelati nel passaggio alla nuova gestione del servizio”
“Ho ricevuto diverse segnalazioni da genitori di Capannori, che sollevano il problema del nuovo menù della mensa“. A dirlo è il capogruppio di Capannori Cambia, Paolo Rontani,.
“Molti bambini, specie delle prime classi elementari – dice – finiscono col mangiare solo una fettina di pane. Anche la frutta risulta spesso sgradita o acerba e i primi (che vengono preparati sul posto solo nei nidi, dove funzionano le cucine) risultano spesso scotti e sgradevoli, specie se aromatizzati con… aglio”.
“Dal controllo sull’intera determina di affidamento del servizio di ristorazione all’in house Qualità e Servizi– dice Rontani – ho ricavato qualche elemento in più. Qui si sostiene che i pasti vengono prodotti nel rispetto, appunto, del menù e secondo tabelle dietetiche redatte dall’affidatario e approvate dal Comune. Restano comunque importanti i suggerimenti e le indicazioni accettati dalle commissioni mensa, cui suggerisco di rivolgersi. La conclusione è che il numero totale dei pasti annui, compreso quelli per le due Rsu e per i dipendenti, assomma a 379500 euro, con un costo prestabilito di euro 6,20 e 6,45 (+ Iva al 4%) per nidi , infanzia e primarie, 8,656 (+Iva al 10%) per ospiti Rsu e 4,765 (+ Iva al 4%) per i dipendenti comunali”.
“All’interno dell’allegato tecnico, si legge frequentemente dell’impegno, garantito dall’ afidataria, a costruire addirittura una specifica filiera, tramite politiche di acquisto che “potenzino i prodotti biologici” o a basso impatto ambientale – prosegue Rontani – che comunque siano anche tipici di zona. Tuttavia, ricevuta conferma pure dagli addetti al servizio, ho verificato che alla consegna delle merci per il pasto, non si rileva alcuna tracciabilità di acquisto. Dove e presso chi viene acquistato il necessario per i pasti di Capannori? Chi controlla che l’ipotesi di spendere meno, non indirizzi piuttosto verso qualità di generi… più discutibili, che finiscono gettati via in grande quantità, perché tanto i bimbi non li mangiano?”.
“Un altro dato importante, che intendo sottolineare, riguarda il trattamento del personale – prosegue – Delle circa 90 unità che erano, ne sono stati riassunti intorno a 70, di cui solo una decina a tempo indeterminato (che pregi preziosi possedevano?). Gli altri, attualmente, sono con contratto a tempo determinato fino al 22 dicembre ed hanno subìto un bel calo di ore lavorative, pari a 200/300 euro mensili in meno. Infatti, con la nuova contrattazione hanno pure perso l’anzianità acquisita, perchè ripartono da capo, contrastando in tal modo con normativa europea, la quale vieta tutto ciò. Eppure, agli atti c’è un bell’impegno dell’affidatario all’osservanza delle disposizioni di legge e di regolamento vigenti, quanto a tutela della libertà, dignità, sicurezza etc… dei lavoratori. Esprimo un vivo ringraziamento verso i sindacati e per l’amministrazione Del Chiaro. Complimenti davvero”.