Folta partecipazione a Capannori all’incontro contro l’ossicombustore di Peccioli

13 gennaio 2025 | 23:01
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Folta partecipazione a Capannori all’incontro contro l’ossicombustore di Peccioli

Enti e associazioni per il no alla struttura “che non chiude alcun ciclo dei rifiuti ma produce uno scarto vetrificato”

Folta partecipazione a Capannori all’incontro contro l’ossicombustore di Peccioli.

Oltre 50 persone, tra rappresentanti di associazioni, comitati, amministratori, sindaci provenienti soprattutto dalle province di Lucca, Pisa e Livorno hanno detto no senza se e senza ma al proposito di RetiAmbiente di far avallare da parte dei 100 comuni dell’Ato Costa attraverso consigli comunali da svolgersi entro la fine di gennaio l’ingresso in Novatosc, la sociètà con maggioranza Belvedere Spa di Peccioli che dovrebbe costruire e gestire l’ossicombustore.

L’incontro, promosso da Zero Waste Italy e dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori al parco scientifico di Segromigno in Monte, ha ribadito che “l’impianto in questione non solo rappresenta un “inceneritore sotto mentite spoglie” ma che esso (fermo sotto valutazione della Regione Toscana da oltre sei mesi mentre al massimo le valutazioni ambientali non dovrebbero superare questa tempistica) non chiude nessun ciclo dei rifiuti (come pomposamente e avventatamente dichiarato “a priori” dalla politica regionale) producendo un rifiuto vetrificato a tutti gli effetti classificato come scorie di combustione (potenzialmente un “nuovo Keu”… ricordate quel materiale tossico costituito dagli scarti conciari che doveva essere un nuovo materiale?)”.

L’operazione che RetiAmbiente vorrebbe far avallare dai Comuni – prosegue Rifiuti Zero – certamente si configura avventata in primis per i suoi impatti sanitari ed ambientali per di più in un contesto come quello dell’intera Valdera già pesantemente penalizzato dalla megadiscarica Belvedere Spa (ma nell’area esistono anche altre due grandi discariche) che si vorrebbe contestualmente addirittura ampliare; ma essa appare anche un azzardo economico visto gli alti investimenti che tale impianto senza alcuna referenza industriale (non esistono altri impianti del genere) prevede. Ancora una volta il rischio di impresa non sarebbe beffardamente a carico di soggetti privati (che semmai riscuoterebbero gli utili) ma anche a carico dei cittadini in questo caso dell’intera costa che si troverebbero a finanziare questo impianto attraverso le loro bollette dei rifiuti. La classica imprenditoria con il denaro degli altri. Ciò anche a discapito di alternative a freddo quelle sì ampiamente disponibili su scala industriale. Incredibilmente è la stessa RetiAmbiente, che sta condividendo proprio con Zero Waste Italy un tavolo tecnico che ha la finalità di valutare modalità tecnologiche di recupero di materiali anche dal Rifiuto urbano residuo (Rur) in linea con l’Ue, ad accreditare questa possibilità, ma anche ipocritamente ad ignorarla e a nasconderla ai comuni. Anche per questo appare grottesco e inaccettabile il tentativo di affrettare il coinvolgimento dei comuni in un’operazione dai tratti indefiniti e potenzialmente fallimentari”.

“Comuni, a partire dai 32 enti rifiuti zero della costa (dove si trova un’altissima concentrazione di buone pratiche che collocano l’Ato al primo posto per raccolta differenziata a partire dalla provincia di Lucca che raggiunge il primato in Toscana con il 77,5%) che sono seriamente preoccupati da questa forzatura. E durante l’incontro se ne è fatto soprattutto interprete il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro (primo sindaco in Italia a adottare la delibera Rifiuti Zero nel Comune di Capannori) che ha ammonito Retiambiente a non forzare la mano e che ha esortato i comuni Rifiuti Zero ad essere coerenti al protocollo Rz esprimendosi contro l’ossicombustore. Ma oltre al pronunciamento del sindaco di Viareggio direttamente e indirettamente sono arrivati già pronunciamenti contrari dei comuni di Palaia (presente all’incontro), di Calcinaia, di Rosignano, di Collesalvetti, di Capannori (presente l’assessora all’ambiente Claudia Berti e il consigliere Michele Del Debbio) e di diversi altri, Valdera compresa. Confermando il valore aggiunto e la centralità dell’alleanza tra Comuni e comunità ormai da tempo promossa da Zero Waste Italy e da un vasto cartello che coinvolge Legambiente Valdera, No Valdera Avvelenata, il Tat di Montefoscoli, gli Osservatori Rz di Viareggio e di Camaiore, il Centro di ricerca Rz di Capannori e molte altre realtà e associazioni toscane a partire da quelle della Piana di Firenze Prato Pistoia, oltre naturalmente i Comuni Rifiuti Zero della Costa. In conclusione sono state decise assemblee, incontri, presìdi a tappeto a partire da Pisa (era presente una rappresentante di Una Città in Comune) e da tutta la Valdera, ma che coinvolgeranno tutte le province della costa e della Toscana Centrale. In questo quadro Rifiuti Zero si impegna ad organizzare un incontro dell’alleanza Comuni/comunità sul piano regionale di gestione rifiuti e delle bonifiche”.