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Salanetti, parla il sindaco di Porcari: “Continueremo a opporci all’impianto con determinazione”

19 gennaio 2025 | 15:34
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Salanetti, parla il sindaco di Porcari: “Continueremo a opporci all’impianto con determinazione”

Frecciata al Pd e a Capannori: “Chi dice che la Piana è un territorio omogeneo e che le opere andrebbero condivise e concordate, dovrebbe poi avere comportamenti coerenti per non creare situazioni veramente difficili o pericolosi precedenti”

Il prossimo mercoledì (22 gennaio) la conferenza dei servizi della Regione Toscana si riunirà ancora una volta per valutare l’autorizzazione dell’impianto di riciclo di pannolini, assorbenti e tessili previsto a Salanetti secondo un progetto presentato da RetiAmbiente che ha ottenuto un ingente finanziamento Pnrr e che, al momento, è stato escluso dal procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via). Una scelta che ha allarmato soprattutto gli abitanti di Porcari: a soli 80 metri dall’impianto, infatti, c’è il centro abitato. Dopo il ricorso fallimentare al Tar presentato da due cittadini in primavera, rimane in attesa di sentenza il ricorso al Presidente della Repubblica presentato dal Comune di Porcari.

Abbiamo incontrato il sindaco, Leonardo Fornaciari, per ricostruire la vicenda e provare a fare chiarezza.

Sindaco, partiamo dall’inizio. Quando è venuto a conoscenza del progetto di RetiAmbiente e in che modo?
Nell’agosto 2023, quando la Regione Toscana ha inviato anche al Comune di Porcari, confinante con quello di Capannori che avrebbe accolto l’impianto, i documenti necessari a presentare osservazioni sulla verifica di assoggettabilità a Via. Solo in quel momento siamo venuti a conoscenza della localizzazione a Salanetti e, chiaramente, questo non ci è piaciuto.

Il Comune di Porcari ha richiesto da subito la Valutazione di impatto ambientale (Via) o l’atteggiamento iniziale è stato più cauto?
Il Comune nella procedura di verifica di assoggettabilità a Via ha fatto corpose osservazioni, tutte documentate, che indirizzavano verso la Valutazione di impatto ambientale: un procedimento che permette di approfondire con accuratezza ogni aspetto e che, per un impianto totalmente sperimentale come quello che è stato proposto da RetiAmbiente, sinceramente ci aspettavamo che venisse accordato sulla base di un concetto semplice: il principio di precauzione. Invece gli uffici della Regione hanno ritenuto di escludere il progetto dell’impianto dalla Via. Una decisione che ancora oggi non condivido e per la quale abbiamo fatto ricorso.

Ricordiamo il consiglio comunale aperto della scorsa primavera, quando la maggioranza non votò la mozione dell’opposizione per ricorrere al Tar contro l’esclusione dalla Via, salvo poi presentare ricorso al Presidente della Repubblica. La vostra posizione rispetto al progetto è dunque cambiata nel corso di questi mesi? Se sì, perché?
No, non è cambiata. I documenti prodotti in conferenza servizi dimostrano la nostra contrarietà fin dal primo momento. La registrazione del consiglio comunale è testimone del fatto che noi avevamo messo in mano la questione ai nostri legali e che avremo percorso la strada dell’opposizione all’impianto, tanto più senza la Via. Quella strada poteva essere il Tar o anche altro. Giuridicamente abbiamo seguito la strada indicata dai nostri legali e infatti, come dichiarato in quel consiglio comunale, abbiamo intrapreso un’azione legale, in maniera coerente con quanto detto al consiglio.

Potrebbe ricostruire i passi ufficiali mossi dal Comune di Porcari finora?
Agosto 2023, arrivo dei documenti per l’assoggettabilità a Via o meno. Settembre 2023 e gennaio 2024, presentazione delle osservazioni in Regione sul procedimento, documentate in conferenza dei servizi, che attestano le criticità sollevate dal Comune. A marzo 2024 la Regione esclude dalla Via l’impianto. Il Comune impugna a maggio 2024 il decreto regionale davanti al Presidente della Repubblica e siamo ad oggi in attesa di sentenza. A ottobre 2024 viene dato l’incarico a un tecnico di fare la ricognizione del centro abitato di tutto il Comune di Porcari ai sensi del codice della strada. A novembre 2024 si certifica, dallo studio tecnico concluso, lo stato dei luoghi: il centro abitato di Porcari è a 80 metri dal capannone nel quale RetiAmbiente vorrebbe realizzare l’impianto. La documentazione sul nuovo perimetro del centro abitato è stata depositata in Regione e il prossimo mercoledì si riunirà di nuovo la conferenza dei servizi.

La contrarietà dei cittadini residenti ai cambiamenti accanto alla propria casa è un fenomeno noto, oggi amplificato dalle tante e facili forme di comunicazione. Tuttavia, nel caso specifico, le abitazioni sono inserite in un contesto già piuttosto appesantito dalla presenza di industrie, anche molto grandi come Lucart, e dal traffico pesante su via Ciarpi. Ritiene che i timori del comitato, su un ulteriore peggioramento significativo della qualità della vita, siano fondati?
Sì. Ritengo che siano fondati perché siamo di fronte a un qualcosa di nuovo, un impianto tutto da progettare e costruire, che non ha nemmeno bibliografia scientifica di riferimento e non è un caso che il Comune abbia messo in evidenza, fin dall’inizio, tutte le criticità sia in conferenza dei servizi sia in tutte le altri sedi opportune.

L’Europa punta a incentivare tutte le pratiche di economia circolare. Tra queste, oltre alla riduzione alla fonte del rifiuto, c’è il riciclo. Ad oggi i pannolini, composti per lo più da materiali non biodegradabili, finiscono in discarica; un impianto come quello che RetiAmbiente vorrebbe realizzare a Salanetti potrebbe essere un’alternativa. Quali criticità tuttavia, secondo lei, sono ad oggi insuperabili?
La tecnologia ad oggi non è testata e non è collaudata. Non si può realizzare un impianto di così larga scala, che servirebbe l’intera regione, in prossimità di un centro abitato senza averne mai visto uno in esercizio per un tempo sufficiente a capire cosa precisamente emette e come. Sperimentare nuovi sistemi per ridurre l’impatto dei rifiuti che produciamo ogni giorno è una priorità che tuttavia non può e non deve gravare su una singola comunità-cavia. Chi amministra le comunità, a tutti i livelli, non dovrebbe mai abdicare ai tecnici il principio di precauzione che protegge e tutela tutti.

Veniamo alla politica. Il suo partito, il Pd, che ha la maggioranza sia in Regione sia nel Comune di Capannori, spinge perché questo impianto si faccia. È corretto dire che la maggioranza in Comune a Porcari ha preso le distanze dal suo stesso partito?
La maggioranza di Porcari vede solo alcuni consiglieri aderenti al Pd. La mia lista, Viviamo Porcari, è civica e dire che è una lista del Pd significa non dire la verità e attribuire bandiere a quegli assessori e consiglieri che non ne hanno. Anzi, la maggioranza di noi non ha una tessera Pd. Quindi la maggioranza di Porcari non è una maggioranza Pd – si perdoni la ripetizione. Sull’opportunità o meno di questo impianto dentro il Pd ci sono in effetti posizioni molto lontane e per nulla convergenti. Chi afferma a più riprese, e io condivido l’idea, che la Piana è un territorio omogeneo e quindi le ‘opere’ andrebbero condivise e concordate, dovrebbe avere comportamenti coerenti per non creare situazioni veramente difficili o pericolosi precedenti.

Se questo impianto venisse autorizzato nella prossima conferenza dei servizi, come si muoverà il Comune di Porcari?
Come ho detto fin dall’inizio faremo ciò che la legge ci consente di fare per evitare che si realizzi e quindi manterremo una linea di contrarietà coerente e determinata.

Come giudica l’approvazione al nuovo Piano rifiuti e bonifiche e il lavoro svolto dai consiglieri regionali del territorio in difesa delle istanze dei porcaresi?
Riconosco l’impegno e il lavoro sul tema, ma noi volevamo di più. Volevamo che i 200 metri dai centri abitati rimanessero un criterio escludente, a tutela di tutti i Comuni della Toscana e anche per le nuove richieste di impianti, perché serve un criterio generale per dare una minima distanza di sicurezza ambientale e garantire qualità della vita a tutela dei cittadini. Sono veramente sorpreso e meravigliato che nessun Comune, oltre a noi, abbia sollevato la questione.

Alla luce di questa nuova approvazione regionale, quali armi ha ora il Comune per opporsi all’impianto?
L’assessora regionale Monni è stata chiara. La valutazione e l’eventuale autorizzazione dell’impianto di Salanetti si fa con le regole in vigore al momento della presentazione della domanda, quindi la conferenza dei servizi dovrà prendere atto che a meno di 200 metri dall’impianto c’è un centro abitato: a 80 metri c’è il paese di Porcari. Non si potrà non tenerne conto, anche perché non è una decisione politica o l’invenzione notturna del sindaco, ma è un dato di fatto sullo stato dei luoghi. Ci sono poi anche nuovi aspetti ambientali e progettuali che stanno venendo fuori come criticità.