‘L’Ora di Teatro’, da Brindisi a Montecarlo per lo spettacolo amatoriale

7 febbraio 2025 | 19:12
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‘L’Ora di Teatro’, da Brindisi a Montecarlo per lo spettacolo amatoriale
‘L’Ora di Teatro’, da Brindisi a Montecarlo per lo spettacolo amatoriale
‘L’Ora di Teatro’, da Brindisi a Montecarlo per lo spettacolo amatoriale
‘L’Ora di Teatro’, da Brindisi a Montecarlo per lo spettacolo amatoriale

La compagnia SenzaConfine presenterà, in concorso, ‘InVIOLAta’ di Teresa Cecere e David Marzi. il gruppo Donne di Maglia metterà in scena ‘La Gruccia’

Domani (8 febbraio) dalle 21, al Teatro dei Rassicurati di Montecarlo si terrà la quinta giornata della tredicesima edizione del festival Nazionale Città di Montecarlo L’Ora di Teatro – Un Sipario aperto sul Sociale, organizzato dal Comitato provinciale di Lucca della Fita, in collaborazione con il Comune di Montecarlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Alle 21, il gruppo Donne di Maglia dell’associazione Nando Guarnieri metterà in scena La Gruccia, performance ispirata alla poetessa Alda Merini.

La vita dei poeti assomiglia a quella delle farfalle: hanno gli stessi traffici con l’effimero, la solitudine e la bellezza. Si piange e si canta in macchina, si danza dentro, si grida fuori. In fondo la vita di una donna è appesa a una “gruccia”. Sono queste le tematiche che il Gruppo Donne di Maglia affronta in quel rapporto tra corpo e parola diventando comunicazione attraverso la poesia di Alda Merini. Un modo insolito di incontrare i poeti, un modo concreto di incontrare l’universo femminile. Aperto o chiuso, simbolicamente appeso a una o tante grucce che a loro volta si fanno pesanti e altre volte leggere.

Il percorso tutto al femminile utilizza il linguaggio teatrale basato sul simbolismo e nasce dopo una lettura del libro di Fabio Stassi Con in bocca il sapore del mondo che accoglie le poesie della Merini cogliendo la modernità di ogni suo messaggio abbracciando la bellezza della Donna in ogni epoca e in ogni età.

Il gruppo Donne di Maglia è formato da 11 donne di età compresa dai 25 ai 67 anni. Insegnanti, educatrici, lavoratrici e studentesse. Il nome del gruppo nasce dal senso del cerchio creato dalle Donne quando la realtà dello stare insieme e lavorare a maglia rappresentava condivisione, comunicazione e costruzione.

La regia è di Miriam Iacopi.

Alle 21,30, la compagnia SenzaConfine di Brindisi presenterà, in concorso, InVIOLAta di Teresa Cecere e David Marzi.
Il 17 dicembre 1966 è il giorno in cui la storia è cambiata.

La vita di Franca Viola è una di quelle storie che (quasi) tutti sanno ma nessuno conosce davvero. Questo, perché scandagliare la vicenda familiare e processuale attorno a quella data, ci costringe a guardare dentro una botola scura in cui giace, nascosta, parte della nostra cultura, della nostra legislazione e del nostro retaggio sociale. Franca Viola ci obbliga a realizzare che, dentro casa nostra, esiste un tappeto dove abbiamo frettolosamente provato a nascondere la polvere di un passato che, ancora oggi, sembra non voler sparire del tutto.

All’epoca, l’articolo 544 del codice penale recitava così: “Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”; in altre parole, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto “matrimonio riparatore”.

Le parole che avete appena letto hanno incatenato per anni, decine e decine di donne, a dei matrimoni coatti con i propri aguzzini. Fino a quando una giovanissima ragazza, che abitava nella Sicilia rurale di Alcamo, ha detto no. Un anno prima, Franca Viola, all’età di diciassette anni, fu rapita e violentata da Filippo Melodia, nipote del boss mafioso Vincenzo Rimi. Otto giorni di segregazione, digiuno forzato e percosse. Al momento della sua liberazione, per tutti il matrimonio era la via più scontata, quasi automatica. Per tutti, ma non per lei e la sua famiglia.

La regia è di Teresa Cecere e David Marzi.

Il biglietto d’ingresso per l’intera giornata costa 8 euro (6 euro per bambini dai 7 ai 14 anni). Per informazioni e prenotazioni, si può contattare Rita al numero 320.6320032 o alla casella di posta elettronica fitalucca@gmail.com.

I programmi delle rassegne organizzate dalla Fita Lucca sono consultabili sulla pagina Facebook Federazione Teatro Amatori Lucca, @fitalucca.