Mostra del Cinema, l’acclamato “Birdman” di Inarritu apre Venezia 71

Dopo aver dato il via alle danze con il film della pre-apertura, Maciste Alpino, restaurato a dovere e accompagnato da un’orchestra che ha eseguito brani dal vivo, il Festival di Venezia apre con oggi (27 agosto) tutti i suoi battenti. Per la terza volta consecutiva è sbarcato al lido il regista Kim Ki-duk per presentare il suo ultimo lavoro, One on One, che ha avuto il privilegio di aprire la sezione parallela delle Giornate degli Autori. La pellicola rispecchia le ultime tendenze cinematografiche del regista mostrando diverse scene di violenza come già era successo nel precedente Moebius o in Pietà, cercando di spronare lo spettatore ad una riflessione sul senso di colpa, sulla responsabilità e sui doveri di ognuno di noi. Il problema però è che la pellicola risulta troppo esplicita e meno profonda di quanto voglia apparire, risultando persino ripetitiva e a tratti noiosa. La selezione del Festival ha invece preso il via con due titoli molto diversi, il pacato The President (che ha aperto il concorso collaterale Orizzonti) e l’acclamato Birdman, film presentato all’interno del concorso ufficiale a cui è stato dato con il compito di inaugurare ufficialmente il Festival.
Il regista del film, Alejandro G. Inarritu, si gioca tutte le sue carte in questo lungometraggio estremamente denso di contenuti e perfetto nella sua realizzazione formale. Il cast di grande richiamo (Michael Keaton, Edward Norton, Amy Ryan, Emma Stone, Naomi Watts solo per citarne alcuni) è in ottima forma e calato nelle parti, la sceneggiatura calcolata al millimetro e, per finire, una grande prova nelle direzioni delle luci (e della macchina da presa) di Emmanuel Lubezki, fresco di Oscar per aver diretto la fotografia di Gravity e che con questa prova si ricandida sicuramente per l’edizione 2015. Birdman è un film da vedere sicuramente più di una volta per la sua capacità di condensare in circa due ore (in cui però nella seconda parte la macchina rischia di ripetersi un po’ troppo) svariati temi, approfondirli col giusto taglio. Keaton è un attore cinematografico diventato famoso per aver interpretato un supereroe, ora vuole staccarsi da quel ruolo e cerca di approdare sulle scene teatrali. Dal suo passato però non riuscirà e non vorrà del tutto staccarsi risucchiando nel suo vortice emotivo la figlia e altri attori del cast. Girato quasi come se fosse un unico piano sequenza, il film ipnotizza lo spettatore, lo ingabbia nelle mura del teatro e nella psiche del personaggio che inizia a perdere la bussola e a venire soffocato dalla realtà che lo circonda (critici spietati, attori migliori di lui, manager stressati e stressanti). Birdman vacilla un po’ nella seconda parte, ma sicuramente i pregi di aver vinto una sfida così piena di insidie sia tematiche che formali sono evidenti e graditi. Venezia 71, un buon inizio.
Simone Soranna