“Confusi e felici”, troppa carne al fuoco per una buona idea

Confusi e Felici di Massimiliano Bruno racconta la storia di una psicanalista (Claudio Bisio) che scopre che diverrà cieco nel giro di poco tempo, in conseguenza a questo ed alla depressione decide di abbandonare il lavoro, ma i suoi pazienti e la sua segreteria provano in tutti i modi a farlo guarire.
Massimiliano Bruno (anche attore in questo film nel ruolo di un paziente “mammone”) presenta una commedia particolare, una via di mezzo fra la commedia tipica italiana e qualcosa di più profondo, ma se quest’opera riesce nel lato della brillantezza anche grazie a dei bravissimi caratteristi come Marco Giallini, Caterina Guzzanti e lo stesso regista, riesce meno nel lato più serioso, quello che dovrebbe portare il pubblico alla riflessione ed alla commozione. Le risate sono continue infatti per lo spettatore, ma forse pure troppe, perché tendono a fare perdere il filo della storia, come se le gag fossero state scritte prima della storia stessa ed infilate a forza in una trama che aveva bisogno più che altro di una sceneggiatura di ferro.
Lo sceneggiatore haavuto grosse difficoltà nel gestire le varie ministorie all’interno del film. Igni paziente infatti ha una sua vicenda da risolvere, ma essendo troppe allungano la pellicola a dismisura e la storia principale viene affrontata in modo più superficiale, rendendola meno interessante di quello che in realtà, con un ottimo soggetto come questo, avrebbe potuto essere.
In conclusione il voto è 6.5. Massimiliano Bruno ha forse voluto mettere troppa carne al fuoco. La semplicità l’avrebbe premiato, ma comunque conferma di essere un ottimo attore (come tra l’altro tutti gli altri presenti in questa pellicola) e che ha tutte le capacità, come aveva già confermato con il successo del suo primo film da regista Nessuno mi può giudicare, per continuare nella sua nuova carriera da regista.
Damiano Baccetti