Solo gli attori salvano l’ultima creazione di Woody Allen

Con il piglio e la sfrontatezza di un esordiente, Woody Allen torna al cinema con Magic in the Moonlight. Definita “la commedia romantica dell’anno”, la pellicola si avvale della magnifica (e probabilmente salvifica) presenza di due vere e proprie punte di diamante: Colin Firth ed Emma Stone. La coppia d’assi scelta dal regista ci accompagna in un’atmosfera provenzale immersa nei ruggenti anni Venti. Seppur lontana dall’autocelebrata arroganza del Gatsby di Fitzgerald, di Clayton o di Luhrmann, la pellicola si confonde disordinatamente tra citazioni letterarie e cade nell’antico vizietto del piccolo grande Woody a “citarsi addosso”. Tra trucchi e inganni, fiaba ed illusione il film tenta di risolversi con il più banale dei lieti fini: non c’è bisogno di aspettare la fine per capire che la storia vorrebbe propinarci ancora una volta che la vera magia ovviamente è l’amore. Non tutti se la sono bevuta però la pozione magica. Tra loro senza dubbi, c’è chi si sta ancora chiedendo dove diavolo sia finito l’irriverente sarcasmo ebraico, il malefico e sagace disincanto, le luci di Manhattan, le cicche distrattamente seminate per le strade della Grande Mela.
Provaci ancora Woody.
Veronica Bernardini