
Stasera (27 agosto) il cinema all’aperto di villa Bottini parte per un viaggio. Due uomini chiusi in una Mercedes sotto la pioggia scozzese. Hanno poche ore per ultimare un gesto destinato a cambiare la Storia: mettere fine alla guerra civile che da decenni ha insanguinato l’Irlanda del Nord. Nonostante le resistenze politiche e una manifesta avversione reciproca, il reverendo Ian Paisley leader del Partito Unionista Democratico e Martin McGuinnes del Sinn Féin trovano in quella giornata del 2006 un accordo di pace, sofferto ma tuttora duraturo. Si odiano. L’uno provoca e l’altro risponde con grugniti. Troppo sangue sparso nell’Ulster da decenni, impossibile dimenticare, accettare e perdonare. Temono forse di tradire le proprie fazioni politiche, o semplicemente il proprio orgoglio. Di certo l’allora 81enne pastore presbiteriano Paisley e il 56enne attivista cattolico McGuinnes sono figure spigolose, determinate quanto dolenti, portandosi addosso le cicatrici di ferite mai guarite.
Due personaggi chiave per la storia nordirlandese ma rimaste finora pressoché invisibili alla macchina da presa. A colmare la lacuna ha pensato Nick Hamm, nativo di Belfast e dunque ontologicamente sensibile alla causa.
Tenendosi a distanza dal dramma politico, il regista sceglie di mescolare il registro della British comedy al road movie, con l’ovvio sfondo storico del caso. Al centro mette semplicemente il viaggio in macchina – The Journey – compiuto dai due protagonisti in Scozia da St Andrews all’aeroporto di Edimburgo, quale confessionale privato di un hic et nunc irripetibile. I due protagonisti pensano di essere invisibili al mondo ma un punto di vista a loro ignoto li sta osservando e, in un certo senso, manipolando.
Si tratta della “ragion di Stato” incarnata dal Primo Ministro britannico Tony Blair, dai suoi colleghi nordirlandese e irlandese, da un responsabile dell’MI5 a scendere in diplomazia e forze di polizia. Li sorvegliano attraverso uno schermo connesso a una cimice posta all’interno dell’automobile, il cui funzionamento è garantito da un agente sotto le mentite spoglie d’autista. La posta in gioco è troppo importante per lasciarla al privato: il meta-sguardo offerto dal cinema si fa, in tal modo, intermediario con la Storia. Ma è chiaro che a Hamm e al suo sceneggiatore Colin Bateman interessava soprattutto la dialettica fra Paisley e McGuinnes, una sorta di ping-pong verbale governato dall’arguzia e dall’indiscusso talento politico dei due contendenti. Per questo appare indispensabile quanto vincente la scelta di due interpreti in grado di replicare il concetto di “bigger than life”: Timothy Spall nelle vesti di Paisley e Colm Meaney in quelle di McGuinnes.
Gran parte della riuscita del film è impressa sui loro corpi e volti, capaci di espressioni-versi-sguardi sostitutivi di mille parole, che pur diventano irresistibili pronunciate nello splendido accento (talvolta slang) irlandese. Un piccolo film senza particolari velleità registiche orientato ad intrattenere mentre mette in scena come può concretizzarsi una pace possibile.
La proiezione inizia alle 21,30. All’interno è a disposizione un bar attrezzato.