
Ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes 2019, diventando il primo film sudcoreano ad aggiudicarsi il premio. È stato selezionato per rappresentare la Corea del Sud nella categoria per il miglior film in lingua straniera ai premi Oscar 2020. Parlare di questo film, Parasite, è piuttosto difficile. Non perché non si trovino le parole, anzi (ci sarebbero così tante cose da dire), piuttosto perché vorrei parlarvene dandovi quanto meno informazioni possibili.
Parasite è uno di quei film che, presi a scatola chiusa, acquistano tutt’altro valore. È un piccolo “salto della fede”, farcito di ottimi premi alla fine.
In merito a questo, oltre a straconsigliarvi il film, vorrei invitarvi a vederlo in questo modo, facendovi rapire solo e unicamente dall’intrigante Locandina. Vi cito, di seguito, la descrizione da Wikipedia: “Grazie alla falsificazione di alcuni documenti, il primogenito di una famiglia povera che vive di sussidio di disoccupazione riesce a trovare lavoro come insegnante privato della figlia di una coppia ricca, evento che darà vita a una serie di conseguenze inaspettate, tra commedia e tragedia”. Restando fedele alle mie parole, dunque, questa non sarà una vera e propria recensione.
Continua la lettura su Project Movie della Recensione di Ciro Galdoporpora.