Ludopatia, questa sconosciuta. Ai Comics contro dipendenze

30 ottobre 2014 | 20:06
Share0
Ludopatia, questa sconosciuta. Ai Comics contro dipendenze

Il gioco è una cosa seria: non confonderlo con l’azzardo. Si tratta di uno dei temi oggetto del dibattito che questo pomeriggio (30 ottobre) ha animato la sala Giovanni Ingellis, polo delle attività culturali di Lucca Comics and Games nel padiglione all’ex Balilla. Ospite dell’incontro è stato il giornalista fondatore di Studiogiochi e responsabile dell’Area giochi di Carrara Show, Dario De Toffoli, intervistato per l’occasione dal giornalista del Centro Nazionale del Volontariato, Gianluca Testa. In particolare, De Toffoli ha posto l’accento sulla necessità di attuare un cambiamento nella cultura del gioco, a partire da un sostanziale mutamento dell’utilizzo delle parole.

“Siamo in presenza di un gioco d’azzardo quando sussitono due condizioni: l’esito non dipende da scelte razionali e c’è in ballo il denaro – ha chiarito – il termine ludopatia, al contrario, si riferisce al gioco nella sua accezione generica: non spiega il fenomeno, bensì solo una sua particolare declinazione”. De Toffoli, insieme a Uisp ed altre associazioni del settore ludico, ha avanzato la proposta di coniare un neologismo, azzardopatia, per indicare la degenerazione del gioco in patologia: “Il termine gioco d’azzardo patologico non funzionava – ha spiegato – così abbiamo deciso di creare una parola nuova, che in pochi mesi è stata accettata ed utilizzata dalle principali associazioni e testate giornalistiche. Spetta proprio agli operatori di settore, del resto, iniziare a fare qualcosa, partendo dalla diffusione di un’informazione corretta”.
“Promuovere la cultura del gioco positivo, fornendogli occasioni di sviluppo, è di per sè un antidoto verso il gioco d’azzardo – ha aggiunto -: chi viene a Lucca Comics ed entra in contatto con un’attività ludica corretta, difficilmente cadrà preda dell’azzardo”.
I dati pubblicati da The Econiomist, aggiornati all’anno 2013, collocano l’Italia al quarto posto nella scala della nazioni maggiormente colpite dal gioco d’azzardo, dopo Stati Uniti, Cina e Giappone. “Il nostro Paese si trova in una posizione anomala-ha dichiarato De Toffoli-: presenta, infatti, la più alta quota pro-capite per la spesa in slot machine fuori dal casinò. A mio avviso questo dato mette in luce un grave errore gestionale: limitare il gioco nei casinò ha contribuito a mettere in contatto le classi medio.basse, più vulnerabili, con il gioco pericoloso. Riportarlo nell’ambito di una reltà più esclusiva indubbiamente aiuterebbe a smorzare il problema”.

Jasmine Cinquini