Da Gomorra ai games, il passo è Destiny per Esposito
Nella vita ci sono poche certezze, una di queste è sicuramente che non bisogna mai fare arrabbiare i Savastano. Da boss camorrista delle periferie di Napoli nella finzione, Salvatore Esposito, meglio conosciuto come Genny Savastano, ha lasciato il set della serie Gomorra per venire a Lucca a raccontare ai fan una delle sue più grandi passioni: i videogiochi. Non ci credete? Invece è tutto vero: il terrificante e istrionico boss dal look mohicano in realtà non è altro che un solare e sarcastico accanitissimo giocatore di Destiny, il gioco – arrivato alla sua seconda edizione – che sarà presentato ed esposto al pubblico proprio nei giorni del Lucca Comics and Games allo stand di Piazza Santa Maria. Una passione, quella di Esposito, nata ancora prima di quella per la recitazione, con cui ha fatto temere i suoi avversari forse ancora di più che con le vesti di mafioso. Oltre a studiare per la scuola di cinema di Napoli, il suo passatempo preferito è sempre stato infatti quello di giocare ed è straordinario, come ha ammesso lo stesso attore di fronte al pubblico dell’auditorium di San Francesco, come il gioco da lui tanto amato abbia così tanto in comune con la serie che lo ha reso celebre.
Ormai giunta alla sua terza stagione – in onda il 17 novembre – Gomorra è una delle serie più amate di Italia, nata dallo scandalo del best seller del giornalista Roberto Saviano e dal film omonimo di Matteo Garrone. E tra una fotografia da brividi e una trama travolgente, lo strepitoso talento del protagonista non poteva che far arrivare ancora più successo. Ma parliamo del gioco: ai Comics ecco il seguito dello ‘sparatutto’ firmato Bungie, frequentato e amato da ben 32 milioni di persone. Uscito nel settembre del 2014, il primo Destiny ha trasportato su console l’idea di una saga fantascientifica sterminata nelle intenzioni. Un immenso spazio comune in cui gruppi di giocatori si incontrano per sfidarsi o vivere avventure e, a determinare il successo, non è stata solamente la capacità di creare un immaginario fantascientifico ricercato, fra temibili razze aliene e meravigliosi panorami extraterrestri, ma anche il fatto che il gioco offre scontri fra i più intensi, divertenti e coinvolgenti di sempre.
“Il videogioco – ha spiegato il giornalista Francesco Fossetti – chiede ai suoi giocatori di collaborare tra di loro, di fare un gioco di squadra per affrontare gli ostacoli. Questa collaborazione si trasforma sempre in un vero legame affettivo che va oltre il virtuale, creando amicizia e idea di comunità. Per questo – ha concluso il giornalista amante dei games – ha avuto tanto successo”.
E il legame tra comunità e clan mafiosi non ha certo bisogno di altre spiegazioni.
“Nel gioco si può scegliere un ruolo tra titano, cacciatore e stregone – ha spiegato l’attore – so che non ci crederete ma io ho sempre scelto quello dello stregone: da ragazzo, quando non avevo pensieri e uscivo a divertirmi, ho sempre avuto attitudine per la strategia, qualità che mi è servita molto in giochi di guerra come questo. Ho chiesto se possono fare un casco con la cresta – ha scherzato Esposito – spero che aggiornino la grafica”.
“C’è chi dice che i videogiochi creano alienazione – continua Esposito – ma non credo sia così, soprattutto questi giochi di ultima generazione fanno percepire bene la differenza tra gioco e realtà. Oltre ai personaggi del videogioco che sembrano presi esattamente da Gomorra, anche io, come Genny, mi vedo molto in Gaul, il protagonista del gioco: lui è un cattivo atipico che non si rende conto di esserlo, agisce credendo di fare il bene per l’umanità, volendo riprendendosi i suoi spazi e tutto ciò che è suo”.
L’attore non ha potuto trattenere il sorriso dato che, come sanno bene i fan, una delle frasi più celebri della serie è proprio “adesso ci riprendiamo tutto quello che è nostro”.
E chi ha seguito la serie ed è venuto a salutare il suo idolo non poteva non chiedere come ha fatto a cambiare i tratti del personaggio con così tanto talento: dalla prima alla seconda serie il personaggio di Genny è di fatti cambiato moltissimo a causa di un forte trauma subito dal boss nelle Honduras, un viaggio non certo di piacere.
“Genny – racconta l’attore – non è cambiato solo esteriormente ma anche dentro. E’ stato un lavoro complicato perché non dovevo fare un altro personaggio ma mantenere alcune caratteristiche di quello vecchio. L’evoluzione della stessa persona, tenendo il filo conduttore raccontando il cambiamento. Genny dopo quel viaggio ha cominciato a guardare il mondo con altri occhi e tutti, come ben sapete, ne hanno pagato le conseguenze. Anche io in qualche modo ho pagato le conseguenze di questo successo: prima mi conoscevano solo i parenti e pochi altri, adesso sono costretto a nascondere la mia vera identità anche quando gioco, usando un altro nome e modificando la voce. Perché con quella mi riconoscono tutti”.
“Gomorra – ha concluso Salvatore Esposito – è importante perché non racconta cosa succede a Napoli, racconta il sistema criminale presente in tutto il mondo. In tanti, anche star internazionali che hanno visto il film, mi hanno detto ‘sembrano scene ambientate a New York’”.
Ma la domanda più difficile del pubblico è arrivata alla fine: “Il Napoli lo vincerà lo scudetto quest’anno?”
Quindi, per i fan di Gomorra la prima puntata della terza stagione vi aspetta il 17 novembre, per gli appassionati di Destiny invece il gioco vi aspetta allo stand in piazza Santa Maria. Attenzione, però, perché oggi pare che giochino anche spietati tipi della mala….
Giulia Prete
Le foto di Giuseppe Cortopassi
La videointervista a Salvatore Esposito (di Paolo Linetti)