The Walking Dead, Kirkman nella walk of fame dei Comics




Oltre agli zombie dell’Umbrella Italian Division e i morti viventi di George Romero che due anni fa arrivarono in città per la magica serata di Effetto Cinema, Lucca con oggi torna nel pieno dell’Apocalisse. Dopo gli show dello scorso anno, questa mattina (3 novembre) al Lucca Comics and Games è infatti arrivato lui, uno dei mostri sacri dell’horror: Robert Kirman, autore della celebre e amatissima serie The Walking Dead. Tantissimi i fan che, sfidando l’inarrestabile pioggia di questa mattina, hanno riempito la platea del Teatro del Giglio impazienti di vedere dal vivo il creatore del fumetto e della serie da poco più di una settimana è tornata a fare tremare con la sua ottava stagione. E alla domanda “Chi di voi continuerà a seguire la serie, anche se durerà altri cinquant’anni?” naturalmente le mani si sono alzate tutte al cielo.
Ad accogliere Kirman, oltre ai fan, anche il critico inglese Paul Gravett che ha dato il via a un simpaticissimo botta e risposta. Nonostante la fantasia macabra, infatti, il fumettista statunitense è un vero e proprio giocherellone. Un giocherellone che però, non deve avere una vita molto spensierata: oltre al fumetto e alla serie di The walking dead, ha infatti creato altre importanti e fortunate serie a fumetti, tra le quali spiccano Outcast, divenuta a sua volta una serie tv in onda in esclusiva su Fox, di cui lo stesso Kirkman è co-produttore, e Invincible, tutte pubblicate da Skybound, l’etichetta da lui stesso creata all’interno di Image Comics.
Alla domanda del moderatore su come riesca a gestire tutti i suoi impegni tra creazione, riunioni e convenction, Kirkman ha risposto così: “Se fosse possibile avere una mia replica, la lascerei a casa a lavorare e io starei tutto il giorno in giro a divertirmi. No, la verità è che mi diverto davvero molto a fare quello che faccio. Mi sveglio molto presto la mattina e lavoro in maniera molto veloce, dividendomi tra The Walking Dead, Invincible e Outcast. Spesso facciamo anche delle conference call – scherza – ma non ascolto quello che dicono”.
Ma com’è nata la serie? Nel 2003, Robert Kirman si presentò all’Image Comics con un’idea per un fumetto seriale a tema zombie. Era un’idea che rispondeva alla domanda a lungo posta da generazioni e generazioni di cinefili e adoratori dei morti viventi – fin dal primo gioiello targato George A. Romero nel lontano 1968 – ovvero “cosa succede ai sopravvissuti alla catastrofe dell’umanità?”. E così, la fantasia di Kirman ha preso forma sulle tavole a fumetti in bianco e nero, sapientemente raffigurate prima da Tony Moore e poi da Charlie Adlard, l’autore qui esposto e ora “braccio unico” delle visioni del suddetto Kirkman. Così più di dieci anni dopo dalla sua nascita, The Walking Dead è diventata oggi un’icona che vanta un serial tv di spessore adorato da milioni di fan in ogni angolo del mondo.
A gennaio uscirà il numero conclusivo di Invincible, una serie molto amata dai fan e dall’autore: “Ci sto ancora lavorando ma ammetto che ho dei problemi ad abbandonare questo mondo. Amo davvero questa serie e non escludo che possa esserci qualche pagina extra. Sono 15 anni che la scrivo: mi mancherà parecchio ma sono anche entusiasta perché credo che sia il momento giusto per finire. E poi ci sono molti nuovi progetti”.
“In realtà – ha aggiunto – non mi ritrovo mai a scrivere dei finali. È il mio tallone d’Achille. Scrivo delle storie in cui lo stato delle cose viene cambiato e ritrova un suo equilibrio ma con la promessa che in futuro potrebbe accadere qualcosa. Anche Invincible potrebbe essere così”.
“Nel caso di The Walking Dead – prosegue Kirkman – sapevo già con molti anni di anticipo quale sarebbe stato il finale. La cosa importante per me è il mio diritto di cambiare idea. Mi sono reso conto di avere ancora molte storie da raccontare e quindi ho pensato ad un nuovo finale. L’importante è avere uno ‘spirito’ che spinga avanti la storia”.
La conversazione si è poi spostata sulla sua tecnica narrativa e sulla necessità di stare dentro i limiti del fumetto senza poter sforare. Un limite che per Kirkman non è un problema: “In realtà, il fumetto è il formato perfetto per me. So che devo concludere con un evento scioccante e so che ho bisogno di un gancio per riaprire il numero successivo. Quindi è più facile. Scrivere storie più ampie è quasi un handicap perché non c’è una struttura a cui appoggiarsi”. Ma Robert Kirkman ha mai pensato di trasmettere i suoi lavori ad altri com’è successo per Spiderman o Superman? Naturalmente la risposta è stata un secco “No”, seguito da una grassa risata del pubblico. Sul suo futuro, Kirkman ha spiegato che potrebbe “scrivere più sceneggiature per il cinema ma il mio vero amore sono i fumetti e non posso pensare di non dedicarmici. Per questo non ho scritto direttamente gli episodi di The Walking Dead per la serie tv. Ci sono molti bei progetti che mi aspettano per il nuovo anno e sono molto entusiasta”. Uno di questi, il nuovo fumetto Oblivion song, realizzato insieme ai due artisti italiani Lorenzo De Felice e Annalisa Leoni è stato presentato in anteprima al pubblico presente. “Quando scrivi una nuova serie devi creare un nuovo universo. Sarà molto interessante: ci sarà un nuovo ecosistema e sarà curioso soprattutto scoprire la catena alimentare. Mi affido molto a Lorenzo per quanto riguarda la storia”.
L’autore, tra risate e battute, ha poi prestato le mani per il calco che andrà ad aggiungersi agli altri personaggi che già fanno parte della Walk of fame dei Lucca Comics and Games,
“Cosa farò in futuro? – dice Kirkman – Ho cominciato la mia carriera con Battle Pope e forse, quando sarò vecchio e tutti vedranno il mio calco dicendo ‘Ma chi caspita è questo?’, continuerò con Battle Pope. Se desiderate il calco completo del mio corpo, comunque, sono pronto”.
Giulia Prete
Luca Dal Poggetto