Ai Comics Alesi torna alla guida (virtuale) della Ferrari

Jean Alesi sbarca nel mondo degli Ea sports: l’ex pilota Ferrari ha presentato il suo team per la simulazione della guida, al teatro del Giglio, nel secondo giorno di Lucca Comics and Games. Grazie alla Jean Alesi Ea sports drivers academy, il ferrarista addestra così le nuove leve del mondo dei motori.
“Ognuno deve vivere nel suo tempo – spiega l’asso transalpino – sfruttando gli strumenti che ha a disposizione. Questa è la seconda fase della mia vita: passo dalla monoposto reale a quella virtuale”. Ma qual è la differenza fondamentale? “Ho provato il simulatore sul circuito di Indianapolis, dove si fanno in media 370 chilometri all’ora. Ovviamente, se vai a sbattere nella realtà rischi di farti molto male. Qua parliamo di piloti veri, anche se stanno simulando un’esperienza di guida”.
Con lui, al Giglio, anche un altro ex pilota, Matteo Bobbi: “Mi occupo – afferma – di coaching, cercando di tirare fuori dai giovani il meglio. E’ un lavoro affascinante perché li vedi crescere e ci ritroviamo estremamente coinvolti sia in allenamento che durante la gara”.
Decisiva, per questa operazione, la partnership instaurata con Samsung Compact, che fornisce la strumentazione necessaria per le simulazioni. L’idea – che va oltre la formazione dei nuovi talenti sulla pista reale – è anche quella di arrivare a praticare i videogiochi come una vera e propria disciplina agonistica. Il colosso sudcoreano ha deciso di sposare il progetto gettando le basi due anni fa. In Italia, oggi, esistono quattro team che guidano lo sviluppo degli Ea sports a livello competitivo.
I giocatori si allenano anche 8-10 ore al giorno, passando dal simulatore alla palestra: è per questo che, sempre di più, viene a sgretolarsi la barriera tra virtuale e reale. Si tratta, a tutti gli effetti, di una possibile svolta anche a livello occupazionale, specialmente se gli Ea dovessero essere riconosciuti come sport.
“Il possibile indotto è impressionante – prosegue Alesi – perché l’interesse intorno al fenomeno risulta enorme. In questo senso anche le istituzioni devono muoversi, per sostenere un’istanza in grande crescita”.
Grazie a questi allenamenti, viene evidenziato, chi pensa di cominciare una carriera da pilota può provare un’esperienza assolutamente realistica: “La differenza tra simulatore e macchina – afferma il francese – risulta davvero minima. Il simulatore, infatti, è in grado di riprodurre praticamente tutti i movimenti e le sensazioni provate a bordo di una monoposto”.
Assetto corsa, questo il nome del simulatore, consente di provare 180 auto tutte diverse tra loro, ricreate nei minimi dettagli: ciascuna, dunque, fornisce un’esperienza di guida differente.
“Anche nell’ambito virtuale – continua Alesi – chiediamo ai tecnici di sistemare la macchina secondo quelle che possono essere le migliori indicazioni per migliorare la performance”. Ora l’obiettivo è quello di diffondere sempre di più un settore che viaggia già in grande espansione organica. Ma quali sono i requisiti per diventare pilota del team Alesi? “Chiunque potrebbe diventarlo – conclude – ma sicuramente il talento è una cosa diversa. Un elemento che, con il simulatore, emerge ancora di più rispetto alla corsa reale”.
Paolo Lazzari