Le nuove creazioni di Kirkman ‘parlano’ italiano




È possibile per giovani artisti italiani lavorare con i mostri sacri del fumetto americano? Sì, se di mezzo c’è Robert Kirkman. Il chairman della casa produttrice Skybound ma meglio noto al pubblico di tutto il mondo per essere il creatore delle fortunatissime serie a fumetti Invincible e The Walking Dead, oggi (1 novembre) nell’auditorium di San Romano ha svelato alcuni retroscena di quattro nuove novel prodotte dalla sua etichetta che hanno una particolarità: vedono tutte la partecipazione di artisti italiani. Davide Gianfelice ha lavorato su Ghosted, Giuseppe Camuncoli su Green Valley, Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni su Oblivion Song. Nel corso dell’incontro, Kirkman ha svelato alcuni retroscena legati alla nascita di queste opere ed ha svelato di apprezzare molto gli artisti italiani, augurandosi per il futuro di poter ingaggiare anche sceneggiatori.
Com’è nata l’idea di creare la casa editrice Skybound? “Quando ho creato The Walking Dead – ha raccontato Kirkman – ho iniziato a ricevere una serie di risorse che prima non avevo. Mi sono reso conto che sarebbe stato molto interessante creare l’etichetta per far crescere i progetti che ritenevo interessanti. Ho cercato di creare una vera e propria infrastruttura che supportasse gli autori, come avrei voluto avere io da giovane quando ho cominciato”.
Ma come si entra in contatto con una realtà così importante? Paradossalmente è stato lo stesso Kirkman a contattare gli artisti italiani. “Non avevo mai lavorato con l’America prima di questa occasione, non mi ero nemmeno proposto – ha spiegato Lorenzo De Felici, co-creatore con Kirkman di Oblivion song -. Un giorno, ricevetti una mail di Robert e all’inizio ho pensato che fosse un scherzo. Quando ho capito che era davvero Robert ho accettato subito: è una di quelle occasioni che non puoi farti scappare. Da lì è nato un rapporto molto positivo: sono stato coinvolto sin da subito nella parte creativa. Robert ha sempre ascoltato con attenzione le mie proposte”.
Anche Annalisa Leoni, che ha curato la colorazione di Oblivion Song, ha espresso la stessa soddisfazione: “Ho potuto non solo colorare le tavole – spiega – ma anche studiare il mondo di Oblivion Song insieme Robert e Lorenzo. È stato molto interessante per me perché è diventato parte del mio orizzonte creativo”.
Robert ha raccontato un aneddoto molto divertente di com’è nata quest’opera. Infatti, Lorenzo e Annalisa sono anche fidanzati ma all’inizio non lo avevano detto: “I lavori di Lorenzo mi hanno sempre incuriosito– ha detto Kirkman – ma non avevo il coraggio di contattarlo: me lo immaginavo dentro una torre d’avorio a fare progetti importantissimi. Poi è arrivato il soggetto di Oblivion Song e ho pensato che fosse perfetto per lui. Così ho deciso di scrivergli. Il fatto che non credesse che fossi io mi ha dato molto sui nervi (ride)”.
“Prima di incontrare Annalisa stavamo lavorando con un altro colorista americano molto importante – prosegue Kirkman -. Lui però rimandava sempre e questo era molto frustrante per noi. Quindi abbiamo deciso di guardarci intorno. Lorenzo ha proposto Annalisa, ma non mi aveva detto che era la sua fidanzata. Ero molto preoccupato perché temevo che avrei dovuto litigare con Lorenzo perché lei non sarebbe stata all’altezza. Quando poi ho visto io suoi lavori mi sono arrabbiato moltissimo per tutto il tempo che abbiamo perso a cercare altri coloristi”.
Anche per Giuseppe Comuncoli, autore di Green Valley, si è mosso Kirkman in prima persona: “Sembrava che le nostre realtà camminassero su due linee parallele che non si incontrano mai. Quando ho avuto la possibilità di creare Green Valley ho subito pensato a lui. Ho pensato che fosse perfetto perché c’era bisogno di coniugare elementi di fantascienza con elementi fantasy e devo dire che ha fatto un ottimo lavoro”.
“Ho conosciuto Robert a San Diego quando stava iniziando The Walking Dead ed era già uscito Invincible che ho trovato freschissimo – racconta Giuseppe Camuncoli -. Ho sempre apprezzato il suo lavoro. Lo incontravo spesso in fiera ma all’epoca ero troppo impegnato con
Amazing Spiderman per dedicarmi ad altri progetti. Per fortuna è poi arrivata l’occasione di fare una mini serie. Quando mi hanno proposto di fare Green Valley ho subito accettato: era una sfida in più a livello creativo perché non avevo mai disegnato fantasy anche se era nelle mie corde. La sceneggiatura mi è subito piaciuta tantissimo e quindi mi sono messo subito a lavoro. È stato bellissimo vederlo uscire prima in Italia che negli Stati Uniti”.
Ciò che è emerso durante l’incontro è l’enorme libertà che Robert Kirkman lascia ai suoi collaboratori: “È molto importante per noi che gli artisti possano esprimere le loro opinioni. Non si può imporre un disegnatore o un colorista perché altrimenti il lavoro poi ne risente. In Marvel e Dc non lo fanno”.
“Mi hanno ascoltato fin dall’inizio – ha aggiunto Giuseppe Camuncoli – e questo è molto importante perché non sempre è possibile. Spesso sei costretto a lavorare con persone con cui non sei in sintonia”.
C’è la possibilità in futuro di vedere anche sceneggiatori italiani con Skybound? “Leggere sceneggiature è un lavoro a tempo pieno – ha concluso Kirkman – per cui è più difficile entrare in questo mondo rispetto a disegnatori e coloristi. Però mi piacerebbe: l’unica cosa che posso fare è leggere più fumetti italiani perché sono sicuro che ci siano molte voci che possano apportare qualcosa di nuovo a questa industria che tutti noi amiamo”.