Due donne, una battaglia: nasce la graphic novel sull’Islam



Una giovane donna come tante altre, Islam: ambiziosa, creativa, con tanta voglia di studiare e di diventare mamma. Ma la vita non va sempre come vogliamo, soprattutto se si finisce nelle mani dell’Isis. Questa la storia raccontata dalla reporter di guerra Benedetta Argentieri e dall’illustratrice Sara Gironi Carnevale che oggi (31 ottobre) al pubblico del Lucca Comics and Games ha presentato Io non sono Islam, la graphic novel dedicata a tutte le donne che lottano, che resistono e, soprattutto, che non si arrendono.
Influenzata dal tocco geniale di Zero Calcare, l’opera delle due giovani autrici è nata praticamente su Skype: “Benedetta si occupa di conflitti e Medio Oriente da ormai tanti anni e quello in Siria era uno dei suoi tanti viaggi – racconta l’illustratrice Sara Gironi Carnevale –. Fu lì che conobbe la storia di questa donna. Islam è stata prigioniera dell’Isis per tre anni ed ha avuto tre matrimoni, ovviamente non sempre per sua scelta. Quando conobbe il primo marito non avrebbe mai pensato che dietro quello sguardo che l’aveva fatta innamorare si nascondeva il suo aguzzino. Quando tornò dal viaggio mi disse ‘io avrei una storia, che fai, me la illustri?’ e accettai. Lei all’epoca viveva a New York, mentre io a Napoli, quindi facevano diventare inchiostro le nostre idee parlando via Skype. Una storia vera mai stata raccontata – spiega l’illustratrice – che mette in risalto la forza e la voglia di libertà di questa grande donna ma anche il lato più oscuro del genere femminile. Molti credono che le donne siano indifese, deboli, che vivano la vita in modo passivo. In realtà le donne che si sono arruolate nell’Isis sono vere e proprie arpie, dee del terrore, e il fatto che accettino – e che siano felici – di non avere alcuna libertà e di non essere rispettate credo che sia un grande fallimento per l’intera umanità”.
Gli antagonisti, i “cattivi” della storia che purtroppo sono persone realmente esistite, sono raffigurate come animali: “Sia io che Benedetta divoriamo da anni graphic novel quindi questa idea di rappresentare il male sotto sembianze di animali è copiata dai grandi maestri del fumetto. Questo è un fattore fondamentale della nostra opera perché abbiamo cercato di sottolineare al massimo gli antagonisti, quella loro mancanza di umanità: gli uomini dell’Isis prendono le sembianze di lupi, mentre le donne sono raffigurate come felini. Solo i buoni restano esseri umani: la protagonista, la sua grande amica, la famiglia che l’ha aiutata a fuggire, il suo terzo marito, forse l’unico vero amore. Anche lui arrivato nell’Isis convinto di combattere per una giusta causa, dopo poco ha capito che si trattavano solo di menzogne ben studiate per attirare nuovi adepti”.
Un libro, quello delle due autrici, che oggi fa scappare una risata molto amara: “La protagonista della nostra storia viene salvata dal popolo curdo, oggi preso d’assalto dalla Turchia. Sembra incredibile ma i buoni raffigurati nella nostra graphic oggi stanno morendo, abbandonati dall’Occidente intero. E’ un’enorme giustizia”.
Giulia Prete