Jazz e droga, la vicenda lucchese di Chet Baker a fumetti

“Cinque minuti due volte al giorno”. Quella che risuona come una frase poetica è in realtà un piccolo estratto della sentenza di condanna a 16 mesi di carcere di Chet Baker. Nel 1960 il jazzista di fama mondiale, durante uno dei tanti soggiorni in terra lucchese, venne arrestato per droga a San Concordio e condannato a scontare la pena nel carcere di San Giorgio.
Prima di finire dietro le sbarre, Chet chiese di poter continuare a suonare la sua tromba. “Cinque minuti due volte al giorno” , fu la risposta del giudice. Briciole di tempo preziose rimaste impresse nella memoria dei lucchesi che, in quei frammenti, si ritrovavano sulle Mura per ascoltare la magia di quella musica. Grazie all’opera di Marco di Grazia e Cristiano Soldatich questa storia prende di nuovo vita . Cinque minuti due volte al giorno è il libro a fumetti presentato questa mattina (31 ottobre) all’Agorà dai due autori e dall’editore Luca Staiano in occasione di Lucca Comics and Games. “Un libro che non è una biografia, ma il racconto di quell’episodio che costrinse Chet a Lucca dopo le vicende di quella notte del 1960 – spiega l’autore Marco di Grazia -. Jazzista e vocalista dalla faccia d’angelo ma dalla vita piena di eccessi, Chet era solito suonare in Versilia e alloggiare all’hotel Universo. Il racconto si sviluppa a partire da un flashback, quando un signore anziano racconta a un bambino di quella musica magica che avvolgeva la città e si snoda attraverso i ricordi in bianco e nero di Baker colorati dall’uso di stupefacenti”. Proprio quest’anno ricorrono i 90 anni dalla nascita di Chet Baker e i 30 dalla sua scomparsa. “L’idea di raccontare questa storia è nata qualche anno fa a seguito di un progetto – entra nel dettaglio il disegnatore Cristiano Soldatich -. Dopo aver partecipato con successo al concorso Project contest a Lucca, Lucio Staiano ha deciso di pubblicare questo libro con Shockdom, uscito già un mese fa. Nonostante il mio stile sia il cartoonesco ho cercato di essere fedele ai tratti del volto di Baker, facendolo comunque un po’ mio. Nel libro si ritrovano anche diversi luoghi simbolo della città che hanno fatto da cornice all’esperienza di Chet”.
Jessica Quilici