L’onda di Hokusai conquista i Comics – Foto

31 ottobre 2019 | 16:38
Share0
L’onda di Hokusai conquista i Comics – Foto

Grande successo al Palazzo delle esposizioni in piazza San Martino che a soli due giorni dal via della nuova edizione del Lucca Comics and Games ha registrato migliaia di visitatori. D’altronde, come dargli torto: se al primo piano, ben incorniciati e posti sotto i riflettori, ci sono i più grandi supereroi dei nostri tempi, ovvero i donatori organi, cellule e tessuti, in mostra grazie alla campagna “Becoming human: be a hero”, il secondo piano è tutto da fotografare. Tra le centinaia di illustrazioni che raccontano le origini del manga fino alle pagine più moderne, infatti, anche la celebre onda blu di Hokusai, forse una tra le opere d’arte più riprodotte e conosciute del pianeta.

Ma partiamo dai primi scalini. Lucca Comics apre le porte ai più “umani” tra i supereroi grazie alla mostra dedicata alle campagne di comunicazione sociale nazionali e internazionali per la promozione della donazione che hanno come soggetti e testimonial personaggi dei fumetti e supereroi.
L’iniziativa, che si terrà fino al 3 novembre con la chiusura della kermesse del fumetto, è parte della campagna nazionale su donazione e trapianto di organi e tessuti “Diamo il meglio di noi”, promossa dal ministero della salute e dal Centro nazionale trapianti in collaborazione con le associazioni di settore.
La mostra è il frutto della collaborazione tra il Cnt, Lucca Crea e Ristogest. E se al primo piano troviamo chi dona il cuore, il secondo ce lo ruba. La mostra “Le origini del manga – Da Hokusai ai manga moderni” ideata e curata dal direttore del museo d’arte orientale Mazzocchi, Paolo Linetti, infatti, riesce a togliere uno “wow” anche ai visitatori meno appassionati di fumetti. Illustrazioni, spade dei sumurai, leggende che diventano colore e danno vita a personaggi che hanno segnato l’infanzia di circa tre generazioni. Questo e molto di più sulle pareti della mostra che in poche sale riesce a riassumere la grande e unica storia del mondo dei manga.
Lady Oscar, Lupin, Candy Candy, principesse guerriere, i cavalieri dello zodiaco. Tutti i famigerati “occhioni” del piccolo schermo sono nati nelle magnifiche terre del Sol Levante, influenzati da miti, leggende e tradizioni che negli anni hanno dato vita a nuovi personaggi. Uno più innovativo e geniale dell’altro. Chi lo avrebbe mai detto, infatti, che le celebri e imitatissime posizioni delle guerriere di Sailor Moon sono raffigurate nella “Battaglia dei fiori” di Yayoi hanaikusa no tawamure datata, pensate, 1880. E chi lo avrebbe mai detto che le loro nudità, messe in risalto durante le scene della trasformazione, avrebbero dato vita al genere erotico. E l’attesa che ci divora ogni volta che finiamo di leggere un numero o di vedere un episodio di una serie tv? Anche quella ha più di cent’anni: i Kusazoshi sono romanzi illustrati che ad ogni scena finale facevano intuire cosa sarebbe successo nel numero successivo, facendo innamorare prima i bambini e poi anche i più adulti. Il fumetto, infatti, come del resto anche i cartoni animati che arriveranno qualche anno più tardi, in Giappone non sono mai stati concepiti solo per l’infanzia. Ogni storia veniva presa e reinventata per ogni tipo di pubblico. Ogni storia un gioiello a sé. Che dire poi dell’animazione, copiata da Walt Disney e totalmente rivoluzionata, soprattutto per quanto riguarda l’uso dei colori: se la Disney si ispirava ai quadri della storia dell’arte, infatti, i cartoon giapponesi avevano colori vivaci e segni molto marcati. Tra le pareti della mostra anche icone del manga moderno come Tesuka e Go Nagai, maestro dell’horror.
Le onde di Hokusai: Dopo tanta attesa, finalmente le onde più famose del mondo sono arrivate a Lucca. Nei disegni raccolti nei quaderni editati a partire dal 1814 ci sono tre grandi onde. Una di esse, la più celebre, ha per sfondo il monte Fuji, mentre l’altra presenta una barca in balia della tempesta con i pescatori in fatalistica attesa di ciò che sarà. Per la prima volta nella storia del Giappone viene utilizzato il colore blu di prussia, che ebbe fin da subito un incredibile successo. L’opera deve essere osservata da destra verso sinistra: a differenza degli occidentali che osservano un’immagine nel suo insieme, infatti, il popolo giapponese ha una modalità di ‘lettura’ diversa. L’opera va quindi vista come una scena teatrale: prima, sulla destra, l’immagine dei pescatori, poi il monte Fuji e, solo alla fine, le onde che come un grande artiglio d’acqua stanno per travolgere le imbarcazioni. Tutta l’onda va a disegnare, in contrasto con il cielo, un enorme Ying Yang che sottolinea quanto l’uomo sia impotente di fronte alla forza della natura. Al centro, invece, un’onda conica ripropone la sagoma del monte Fuji. In Giappone, si sa, i draghi sono sempre presenti: questa celebre opera, infatti, nasconde una magia. L’onda richiama il muso e la zampa di un grande drago pronto a gremire i pescatori. Un’opera che a pieno titolo rappresenta l’eccellenza dell’arte del Sol Levante.

Giulia Prete