Bianca, amore Cosplay: dal ’93 sempre a Lucca Comics

Quando per interpretare un personaggio dei manga ci si tagliava i capelli, si andava in treno fino a Venezia per comprare una parrucca di carnevale oppure se ne dipingeva una vecchia con la vernice dei pescatori. La storia di Bianca fa commuovere anche i meno appassionati del mondo fantasy: cosplayer storica, questa ‘ragazzona’ di 49 anni dal 1993 non si è mai persa un Lucca Comics, arrivando con un’amica da una piccola cittadina delle Marche con la sua valigia piena di abiti e parrucche nonostante abbia perso il lavoro da anni.
“Quando venni a Lucca per la prima volta c’era un unico stand alle Tagliate e per poter entrare dovevi pagare il biglietto anche se eri una cosplayer. Quando decisero di spostare la manifestazione in centro per noi fu una grande gioia. Adesso è facile per i ragazzi: il web è pieno di parrucche di ogni colore e misura, abiti perfetti e scontatissimi che arrivano a casa in poche ore. Ma quando ho cominciato io non era affatto così: una volta dovetti tagliare persino i capelli perché non riuscivo a trovare una parrucca adatta al mio personaggio. Adesso le trovi ovunque e in qualsiasi momento dell’anno, ma un tempo riuscivi a trovare una parrucca solo nel periodo di carnevale, e non sempre come volevi tu. Una vera utopia. Dalle Marche partivo spesso per Venezia, dove tenevano sempre in negozio qualche rimasuglio, altre volte me le coloravo da sola con la vernice che usano i pescatori per le lenze. Gli abiti me li sono sempre fatti confezionare da sarte di fiducia oppure online inviando le mie modifiche ai venditori. Ho sempre voluto la perfezione anche adesso che non me lo posso più permettere: lavoravo nel negozio di giocattoli e videogame di famiglia, ma adesso ormai tutti comprano su Amazon, il negozio pian piano è caduto giù a picco. Prima giravo tutte le manifestazioni d’Italia, adesso vengo solo a Lucca, la mia tradizione…dove tutto ha avuto inizio”.
Cinque giorni di Comics, cinque costumi diversi (oggi nelle vesti di Gilbert Durandal) tutti rifiniti nel minimo dettaglio, alcuni dei quali acquistati anni fa durante una vacanza nei negozi più importanti del Giappone: “Nel 2007 a Lucca ho vinto due premi come miglior costume fantasy e un premio speciale della giuria. Non sempre però ne sono rimasta felice: al Comicon di Napoli, ad esempio, vinsi un premio come miglior cosplay che interpretava il personaggio di un sesso opposto. Essendo donna, infatti, e non essendo vestita da un personaggio femminile, non potei gareggiare al premio principale. Quando salii sul palco me li mangiai vivi e rifiutai. Oltre al sessismo noi cosplayer non siamo mai stati visti di buon occhio: persino qui a Lucca anni fa qualcuno mi gridò ‘non è carnevale, vattene a casa’. Siamo sempre stati visti come i matti, quelli strani. Solo da qualche anno è diventata una cosa trendy, ora è tutto completamente diverso”.
“Il mio primo costume è stato Ken il guerriero e negli anni ho interpretato tantissimi personaggi – racconta Bianca -: sono cresciuta con Goldrake e Madzinga e il mio più grande sogno è quello di imparare a fare da sola i miei costumi, magari aprendo un magazzino e imparando a lavorare con tutti i prodotti più innovativi. Ho sempre interpretato i personaggi che ho amato, una passione che mi porto dietro fin da bambina. Il mio più grande sogno? Se avessi soldi senza dubbio farei ogni personaggio dei cavalieri dello zodiaco, ma purtroppo sarà dura”.
Giulia Prete