L’impresa di Erri De Luca: ‘Lotta continua’ è graphic novel

2 novembre 2019 | 11:08
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L’impresa di Erri De Luca: ‘Lotta continua’ è graphic novel

Lotta continua fa 50 anni. E così Erri De Luca, che di quell’ultima generazione di antagonisti ha fatto parte, ha voluto scrivere una storia che oggi (2 novembre) è stata presentata in sala Robinson a Lucca Comics & Games. Non un romanzo ma una graphic novel, edita da Feltrinelli e scritta a quattro mani insieme a Cosimo Damiano Damato. A disegnarla, invece, è stata la matita di Paolo Castaldi. Si intitola L’ora X – una storia di lotta continua: e a ben vedere ci troviamo davanti a una sorta di ossimoro. Sì, perché storia e continuità sono due concetti che contrastano con la puntualità di un’ora X.

“Per noi – ha detto De Luca – era sempre l’ora X. Non aspettavamo il momento esatto in cui sovvertire l’ordine o prendere il potere, noi praticavamo in ogni momento della giornata piccoli atti rivoluzionari, al di là di qualsiasi concezione messianica. Il Novecento è stato un secolo di rivoluzioni: si pensi ai popoli che hanno guadagnato l’indipendenza dal dominio coloniale. In italia – ha osservato De Luca – si tende a confondere il termine ‘rivoluzione’ con ‘terrorismo’: eppure noi di Lotta continua eravamo un’organizzazione pubblica, avevamo un nostro giornale che dal 1972 al 1981 è stato addirittura quotidiano”. Pubblicazione che lo stesso De Luca ha venduto, di porta in porta, di fabbrica in fabbrica. Atmosfere riaffiorate passeggiando per un vicolo, in Puglia, insieme a Damato – l’altro autore del fumetto, divoratore dei libri di De Luca, felicissimo di aver condiviso con lui questa esperienza di narrazione che, all’inizio, sarebbe dovuta essere una sceneggiatura cinematografica. “Dalle parole di Erri, quel giorno a Taranto in cui ci siamo incontrati – ha detto Damato – ho potuto respirare gli anni Settanta. È stata proprio un’esperienza uditiva e olfattiva. Ho risentito le voci delle donne che reclamavano il diritto alla casa, l’odore dei lacrimogeni, il sapore del sangue che colava dalla fronte per via delle manganellate prese negli scontri con la polizia. Mancava solo il linguaggio di allora”. Ma Damato ha potuto contare su ottime fonti: l’archivio del giornale di Lotta continua, per il quale lo stesso De Luca ha scritto, e ricorda: “Anche allora, per uscite, un quotidiano aveva bisogno di un direttore responsabile. Ruolo che poteva ricoprire soltanto un giornalista iscritto all’albo e nessuno di noi lo era. Eppure il giornale ha retto perché molti intellettuali, giornalisti iscritti all’albo, hanno prestato il loro nome e la loro reputazione, la loro fedina penale, perché il quotidiano potesse uscire. Tra gli altri, c’è stato Pasolini. Uomini che alle volte nemmeno condividevano le posizioni di Lotta continua e che, comunque, si assumevano questa responsabilità purché fosse garantita la libertà di espressione che la stampa rappresenta”. Onorato di aver prestato la matita alla graphic novel, Paolo Castaldi racconta: “Mi ha fatto piacere che l’editore abbia pensato a me perché significa che ho seminato, in questi anni, dettagli che mi hanno conferito l’identità di disegnatore impegnato. Fumettare una storia sugli anni Settanta, oggi, è molto più semplice: in fondo, basta googlare per accedere a un patrimonio di immagini alle quali potersi ispirare. Mentre disegnavo – ha spiegato – mi sono accorto che stava uscendo una storia davvero attuale. Oggi siamo tutti Don Chisciotte soli, combattenti in lotta contro i mulini a vento, ciascuno che fatica a trovare un angolo di serenità individuale. Abbiamo perso il senso di un progetto collettivo che ci riguardi. Lo stesso che animava i nostri genitori, che con i loro scioperi, con i loro no, hanno generato cambiamenti epocali nei salari, nelle ore di lavoro”. “Si pensi – ha incalzato De Luca – che negli anni Settanta la più grande fabbrica d’Europa era la Mirafiori di Torino. Lì c’erano operai, soprattutto meridionali, molto poco sindacalizzati. Era un luogo dove bastavano tre ammonizioni per aver rivolto parola a un collega in catena di montaggio e si veniva licenziati. Eppure accadde il miracolo: cambiarono i rapporti di forza, gli operai iniziarono a compiere piccoli atti sovversivi che danneggiarono la produzione. Lo fecero insieme, per questo funzionò”. Erano gli stessi operai ai quali De Luca ha venduto Lotta continua, spesso in accordo con i contrabbandieri di sigarette: un comarketing ante litteram, 3 pacchetti di Marlboro e Lotta continua, mille lire. Tutto questa epoca, il nostro passato prossimo, è raccontato ne L’ora X, dalla palette di pochi colori essenziali di Castaldi e dalle parole – né poetiche né evocative, ma precise – di De Luca e Damato.

Elisa Tambellini