Cameriere latitante sale sul tetto per sfuggire all’arresto
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Era destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere nell’ambito di due operazioni antidroga, coordinate dai carabinieri di Lucca e di Livorno, e per evitare le manette è salito sul tetto della casa nella quale viveva con la moglie, quando sono arrivati i carabinieri per un controllo della donna, ai domiciliari dal 7 marzo scorso, perché secondo l’accusa era anche lei coinvolta in un traffico di droga fra la Versilia e Milano. Il 23enne, un cameriere di origini marocchine residente a Milano, ben sapendo di essere ricercato, è salito sul tetto della sua casa a Carignano, passando da una botola della soffitta. I militari entrati in casa per verificare che la donna non avesse violato il regime dei domiciliari, hanno sentito strani rumori dal piano superiore.
Così sono saliti a verificare ma nel frattempo al 112 è arrivata la telefonata di un vicino allarmato che raccontava di aver visto un uomo sul tetto della casa, che sembrava intenzionato a buttarsi di sotto. E’ quello che il vicino ha creduto non sapendo niente di quello che stava accadendo, così la centrale operativa ha inviato sul posto un’altra pattuglia e i militari hanno circondato la casa. Alla fine, il giovane si è deciso a scendere dal tetto e a consegnarsi alla giustizia. Trasferito al carcere San Giorgio di Lucca è stato denunciato anche per avere mostrato ai carabinieri una patente egiziana fasulla e per aver violato il foglio di via obbligatorio per tre anni, dal comune di Lucca, emesso dal questore di Lucca.