Preso il bandito che sparò alla cassiera del Penny Market

14 giugno 2014 | 07:11
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Preso il bandito che sparò alla cassiera del Penny Market
Preso il bandito che sparò alla cassiera del Penny Market
Preso il bandito che sparò alla cassiera del Penny Market

di Roberto Salotti
Lo hanno riconosciuto per due volte consecutive nel giro di 72 ore, nei giorni successivi alla rapina choc al Penny Market di Pontetetto. Tre testimoni che inchioderebbero Alessandro Antonio Giuliani, 48 anni, disoccupato, residente nel quartiere Varignano di Viareggio, accusato di aver esploso un colpo da un fucile a canne mozze contro la cassiera, Ombretta Cordoni, 60 anni, di San Giuliano Terme, che aveva tentato di reagire (Articolo e foto). “Mi accusate di una rapina a Pontetetto? Non so nemmeno dove sia e non ci sono mai stato”. Ha detto queste parole agli agenti che ieri pomeriggio, attorno alle 18,45, lo hanno bloccato all’uscita del commissariato di Viareggio, notificandogli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. E’ accusato di tentato omicidio, rapina aggravata, lesioni gravissime e porto abusivo di arma alterata per la rapina del 29 maggio scorso al market alle porte della città. Gli uomini della terza sezione della squadra mobile di Lucca, guidati da Virgilio Russo, lo hanno arrestato dopo che si era recato in commissariato perché dal luglio scorso era colpito dall’obbligo di presentazione alla pg, per possesso di cocaina. Una indagine lampo, quella della polizia, che in due settimane dalla rapina, ha chiuso il cerchio sull’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Elena Leone. Il gip Silvia Mugnaini ha firmato ieri l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di Alessandro Antonio Giuliani.

Un nome su cui si erano concentrati i sospetti degli investigatori già all’indomani della rapina choc. Tre testimoni che avevano raccontato di aver visto in faccia il rapinatore, che si era confuso tra i clienti, facendo la fila alla cassa, prima di derubare la cassiera di circa 370 euro e, uscendo, esplodere un colpo da un fucile a canne mozze – che la polizia sta però ancora cercando – lo hanno riconosciuto attraverso le fotosegnaletiche mostrate loro dalla polizia. Soltanto uno dei tre, aveva qualche dubbio. Ma 72 ore dopo tutti lo avrebbero riconosciuto dai fotogrammi di un video registrato dalla polizia, mentre il presunto rapinatore si recava alla sede del commissariato per l’obbligo di presentazione bisettimanale alla pg. In quelle immagini, i tre testimoni avrebbero indicato l’uomo che la sera del 29 maggio scorso, attorno alle 19,50 aveva seminato il caos nel supermarket, dove erano presenti ancora una dozzina di clienti.
L’arresto e la perquisizione. Ieri pomeriggio le indagini sono culminate con l’arresto di Giuliani. I poliziotti della squadra mobile hanno atteso che uscisse dal commissariato di Viareggio, per far scattare le manette: “Non sono stato io – si sarebbe difeso Giuliani – Pontetetto non so nemmeno dove sia”. Gli agenti lo hanno accompagnato in carcere, dopo aver perquisito la sua abitazione. Ma l’arma utilizzata per sparare subito dopo la rapina non si trova. Uno scooter rubato e simile a quello descritto dai testimoni come il mezzo usato per la fuga del rapinatore è stato rinvenuto a Verciano, anche se non ci sono elementi per ricondurlo a Giuliani, sebbene, stando alla denuncia di furto, sarebbe stato trafugato nel quartiere Varignano di Viareggio, a meno di un chilometro dalla casa del 48enne accusato della rapina al Penny Market. Tra l’altro gli inquirenti nella sua abitazione hanno sequestrato una targa di un motorino e altri pezzi di scooter risultati rubati, per cui potrebbe essere denunciato per ricettazione. Insieme sono stati sequestrati abiti che potrebbero essere utili agli sviluppi delle indagini. Giuliani, però, rischia anche guai per la violazione dell’obbligo di dimora nel comune di Viareggio, mentre un nordafricano che era agli arresti domiciliari ospitato da Giuliani, rischia una denuncia per evasione perché al momento del blitz della polizia non si trovava in casa.
Le indagini. La svolta è arrivata fin dalle prime ore successive alla rapina. Grazie a tre testimoni che all’indomani del colpo avrebbero riconosciuto in alcune fotografie il presunto rapinatore. Le indagini della polizia sono comunque andate avanti, cercando di trovare altri elementi probatori per arrivare all’arresto. Tre giorni dopo i testimoni sono stati nuovamente convocati in questura: è stato loro mostrato un filmato girato da alcuni agenti mentre Giuliani si recava in commissariato a Viareggio. La loro testimonianza ha convinto il gip a firmare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Giuliani. Ma ci potrebbero essere a breve nuovi sviluppi. La polizia infatti indaga su altri episodi, soprattutto rapine, messe a segno in Versilia per verificare eventuali legami con quella compiuta al Penny Market.
Un’operazione lampo. Soddisfazione per i risultati dell’indagine è stata espressa dal questore Claudio Cracovia: “Questo arresto dimostra che la polizia c’è, lo Stato risponde a quelle che sono le giuste richieste dei cittadini”. Anche il prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro, si è complimentata con la questura: “Nel giro di appena due settimane, grazie all’impegno dei poliziotti alla guida del questore Claudio Cracovia, è stata fornita una risposta rapida ad efficace alla richiesta di sicurezza che il sindaco di Lucca aveva manifestato al Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica , riunitosi appositamente lo scorso 4 giugno, per  fare il punto della situazione e per individuare le misure atte prevenire tali tipologie delittuose”, scrive il prefetto. Cagliostro definisce “eccellente” il “risultato conseguito che contribuisce – sottolinea – a restituire tranquillità ai cittadini lucchesi, fortemente scossi da quell’episodio di violenza per il quale il colpevole sarà chiamato a rispondere di tentato omicidio, rapina aggravata, lesioni personali gravissime e porto di arma clandestina”. Anche il sindaco di Lucca, appresa la notizia dell’arresto del responsabile della rapina al Penny Market, ringrazia gli agenti della questura di Lucca, in particolare gli uomini della squadra mobile guidata da Virgilio Russo e quelli della squadra volanti diretta da Leonardo Leone per l’eccellente operazione svolta.  “Un risultato di grandissimo rilievo perché chi compie crimini deve sapere che sarà assicurato alla giustizia – spiega il sindaco Alessandro Tambellini –. Mi auguro che vi sia sempre più la certezza della pena per non vanificare l’ottimo lavoro svolto dagli investigatori. Il lavoro svolto dagli agenti si muove nella direzione di garantire sicurezza per tutti i cittadini poiché consegna alla giustizia il responsabile. La sicurezza è per la nostra amministrazione un tema rilevante poiché solo in una città sicura i cittadini possono avere la certezza di vivere con serenità. Ringrazio quindi tutti coloro che hanno operato per questo risultato, ottenuto in entro pochi giorni dall’evento che colpì fortemente l’opinione pubblica anche perché connesso al ferimento di una dipendente del supermercato. Ringrazio naturalmente il Questore di cui conosco l’attenzione e il Prefetto che ho sempre apprezzato per la sensibilità dimostrata sui temi della sicurezza”.
Una rapina choc. La cassiera rimasta ferita nel corso della rapina sta meglio. Ombretta Cordoni è stata dimessa dall’ospedale di Lucca il 6 giugno scorso: era stata attinta da un solo colpo sparato dal rapinatore, ma i pallini le avevano perforato il torace in 100 punti, costringendo i medici a ricoverarla prima in terapia intensiva e poi nel reparto di pneumologia. Tutto era avvenuto in pochi concitati minuti. Il rapinatore si era infatti confuso tra i clienti, mettendosi in fila alla cassa del supermercato. All’improvviso, mentre la cassiera stava porgendo il resto ad un signore che si trovava davanti a lui, il rapinatore ha allungato le mani per prendere il denaro dalla cassetta aperta. La commessa aveva cercato di fermarlo, impedendogli di prendere i soldi. Il rapinatore però aveva estratto dalla giacca, nascosto sotto ad un giornale, un fucile a canne mozze depotenziato e sull’uscita si era voltato esplodendo un colpo che aveva attinto la commessa al petto e poi si era allontanato a bordo di uno scooter bianco. “Grulla, se stavi zitta non ti succedeva nulla”, aveva detto – secondo alcuni testimoni – prima di sparare e darsi alla fuga. La commessa invece sotto choc ma rimasta sempre cosciente era stata soccorsa da alcuni clienti, che avevano dato l’allarme a 118 e polizia.

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