Falsi danni alluvione, tre arresti per truffa alla Regione
di Roberto Salotti
Un sistema gelatinoso fatto di false dichiarazioni, emissioni di fatture per operazioni inesistenti e assegni contraffatti, per ottenere un maxi rimborso da 750mila euro dalla Regione Toscana per danni subiti alle loro aziende, nel corso della drammatica alluvione della notte del Natale 2009, che mise in ginocchio – sul serio – i territori dall’Oltreserchio fino alla provincia di Pisa. Da qui parte un’indagine della guardia di finanza di Lucca che ha ricostruito nel dettaglio le maglie della rete tessuta da tre imprenditori, tutti residenti a Vecchiano, che sono stati arrestati con accuse che a vario titolo vanno dalla truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, fino alla bancarotta fraudolenta e documentale. L’operazione Nutria, così denominata dai finanzieri per via degli animali che immediatamente dopo l’esondazione del fiume Serchio vennero da alcuni accusati di aver provocato il cedimento dell’argine nell’Oltreserchio, ha portato in carcere padre e figlio di 64 e 40 anni, ritenuti amministratori di fatto delle due società utilizzate per il raggiro alla Regione Toscana, e ai domiciliari l’amministratore di fatto, un prestanome dei due, Carlo Barbieri, 69enne anche lui come gli altri residente a Vecchiano, in provincia di Pisa.
Attraverso due società operanti nel settore della nautica anche in Lucchesia e una delle quali fallita nel 2012, erano riusciti a caricare i costi sull’azienda destinata alla chiusura, la Blu Paint Srl, facendo figurare i ricavi nella contabilità dell’altra ditta, la Polo Nautico Toscano Srl, con sede legale a Pisa, azzerando gli utili con fatture emesse da una holding risultata inesistente, tramite la quale sarebbe stata presentata poi la documentazione falsa alla Regione Toscana, con l’obiettivo di ottenere rimborsi per un danno ipotetico di quasi un milione e 700mila euro.
La truffa. Il raggiro è stato smascherato dai militari della sezione di pg della guardia di finanza di Lucca e da quelli del nucleo di polizia tributaria, coordinati dal sostituto procuratore Enrico Corucci, titolare dell’inchiesta. Una svolta alle indagini, durate circa 10 mesi, è arrivata quando gli inquirenti si sono accorti che alcune delle fatturazioni emesse erano intestate ad una società fallita l’anno prima: la Blu Paint, per l’appunto, con sede legale a Viareggio e di cui sarebbero stati, secondo l’accusa, amministratori di fatto i due. In particolare, per gli investigatori, la Polo Nautico Toscano avrebbe presentato una richiesta di risarcimento per i danni subiti nel corso dell’alluvione del 2009, presentando questo tipo di documenti falsi, comprese perizie e autocertificazioni dei danni, gonfiando anche le previsioni di mancato guadagno per l’azienda. Per contro, avrebbero presentato anche false fatturazioni per operazioni in esistenti, facendo figurare costi per riparazioni mai eseguite. In questo senso entra in gioco una terza società: si tratta per gli investigatori dell’Arena Holding Ltd, risultata inesistente. Per l’accusa, tuttavia, serviva a emettere fatture e documenti falsi, che sarebbero stati poi presentati al bando regionale per i contributi per i danni dell’alluvione. Tra la documentazione fornita, gli investigatori hanno rinvenuto anche una fattura per una ristrutturazione da 140mila euro che non solo era intestata alla ditta già fallita, ma che presentava in allegato assegni circolari che sono risultati contraffatti. Documentazione sulla base della quale, la Regione Toscana – che è parte lesa – ha erogato il contributo da 750mila euro, che sarebbe finito direttamente, con altri artifici, direttamente in tasca ai tre imprenditori arrestati.
Fatture per operazioni inesistenti. I tre sono accusati anche di bancarotta fraudolenta e documentale, per aver distratto alcune centinaia di migliaia di euro e altri beni mobili dalla società Blu Paint alla Polo Nautico Toscano, provocando così il fallimento della prima società, la cui contabilità – è l’altra accusa – sarebbe stata celata per non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari. Una azienda decotta, sostengono gli inquirenti, utilizzata solo per ottenere il rimborso regionale e per il profitto personale degli indagati, accusati anche di non aver mai presentato la dichiarazione dei redditi, utilizzando fra l’altro crediti di imposta inesistenti. A fatturare – sempre secondo le indagini delle fiamme gialle – ci pensava la Holding fantasma. Con due obiettivi: azzerare i ricavi della Blu Paint trasferiti sulla Polo Nautico, in modo che quest’ultima azienda risultate sana ma senza utili, e emettere fatture all’apparenza pulite ma per operazioni inesistenti. La Holding serviva poi a certificare i costi sostenuti dalla Polo Nautico per i danni dell’alluvione, spese che poi venivano inoltrate alla Regione per l’accesso ai finanziamenti pubblici.
Gli accertamenti fiscali. Adesso la guardia di finanza sta concentrato la sua attenzione sulle eventuali violazioni fiscali o sull’evasione delle imposte che potrebbe portare a breve a nuovi importanti sviluppi. L’obiettivo è quello, infatti, di recuperare il rimborso illecitamente ottenuto dai tre indagati che – come ha commentato stamani il procuratore capo della Repubblica di Lucca, Aldo Cicala – “hanno provocato un grave danno alle casse dello Stato”.
Scoperta un’altra truffa.I finanzieri, nelle loro indagini, hanno tuttavia smascherato un altro raggiro, sempre sul fronte dei rimborsi per l’alluvione del 2009. Nel mirino, nell’ultimo caso, è finita la ditta Msg Cantiere Navale di Virde G. e Figli, azienda fallita nel 2012 che avrebbe ottenuto un rimborso di 200mila euro dalla Regione Toscana. Tre le persone indagate, tutte residenti a Viareggio e che dopo aver scontato gli arresti domiciliari, hanno patteggiato.