Finanziamenti truffa a Mediaworld con le buste paga false

6 settembre 2014 | 10:47
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Finanziamenti truffa a Mediaworld con le buste paga false

Un piano studiato nei minimi dettagli per truffare Mediaworld con falsi finanziamenti accesi con la complicità di prestanome, con l’obiettivo di ottenere merce nuova di zecca, guadagnando poi sui ricavi della vendita. Un raggiro che è stato smascherato dai carabinieri del radiomobile di Lucca, che hanno denunciato tre persone: la “mente” del gruppo, un 50enne, che era agli arresti domiciliari a Porcari, volto molto noto alle forze dell’ordine; il presunto complice, un giovane 33enne di Porcari, e una donna di 51 anni, casalinga, anche lei abitante nel comune della Piana che si è prestata alla truffa, dando il suo nome e presentando al negozio una busta paga contraffatta.

Di fatto casalinga, è stata spacciata per una dipendente di una fabbrica della Piana dagli altri due complici che si sono occupati di presentare uno statino falso, dove fra l’altro era riportata una data di nascita diversa rispetto a quella indicata nella carta d’identità e nel codice fiscale. E’ stato questo particolare ad insospettire una commessa del centro commerciale, che ha avvisato i titolari che si sono poi rivolti ai carabinieri.
I carabinieri però stanno indagando su altri due colpi che risalgono tutti ad agosto. Nel primo caso, i due si erano presentati con un signore ma il finanziamento era stato alla fine respinto. E’ andata invece in porto un’altra truffa, sulla quale sono in corso le indagini. Il terzo episodio però è stato ricostruito nei minimi dettagli dai carabinieri che accusano i tre di truffa in concorso e di falso in scrittura privata. I tre si sono presentati il 22 agosto scorso allo sportello Mediaworld per richiedere un finanziamento per l’acquisto di alcuni televisori e cellulari Iphone, per il valore complessivo di circa 4mila euro. Hanno presentato i documenti della falsa lavoratrice, con una busta paga contraffatta. Le procedure per la richiesta di finanziamento sono state attivate, ma in seguito sono emerse alcune discrepanze nei documenti forniti, tanto che tutto è stato bloccato ed è finito sul tavolo dei carabinieri. Ad insospettire il personale era stato anche il fatto che i due uomini si erano presentati in altre due occasioni con persone diverse che richiedevano di fatto il finanziamento per una cifra molto simile a quella dell’ultima truffa smascherata.