
Si è fatto pagare 2.500 euro per un contratto di lavoro fittizio come badante, per fargli ottenere il permesso di soggiorno. Un commercialista residente in Versilia è stato però scoperto e denunciato dagli uomini della squadra mobile di Lucca, condotti da Virgilio Russo che hanno smascherato la truffa ai danni di uno straniero di origine pakistana, residente nel compitese e operaio di una azienda agricola della Piana. Alcuni amici avevano indirizzato l’operaio al commercialista che lo aveva ricevuto nel suo studio e che senza tanti giri di parole gli aveva offerto il lavoro fittizio con tanto di contratto di assunzione, retrodatato di 3 mesi rispetto alla uscita della normativa sulla emersione dal lavoro irregolare, requisito indispensabile per consentire ai datori di lavoro di chiedere allo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura la regolarizzazione e l’ottenimento del permesso di soggiorno per il dipendente straniero.
Questo periodo deve essere anche coperto dal pagamento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di lavoro: assolti questi adempimenti, il datore che ne fa richiesta ed il prestatore di lavoro vengono convocati in Prefettura e firmano il cosiddetto. “contratto di soggiorno”, con il quale lo straniero ha diritto ad ottenere il permesso di soggiorno dalla Questura per lavoro subordinato. All’atto della convocazione si era presentato però il solo pakistano, mentre del presunto datore di lavoro nessuna traccia. La Prefettura aveva tempestivamente girato la segnalazione alla Squadra Mobile della Questura, che ha personale specializzato nel contrasto alla criminalità straniera e che ha effettuato approfonditi accertamenti sulla vicenda, scoprendo che il rapporto di lavoro era appunto fittizio e che lo straniero era stato raggirato, in quanto aveva dovuto versare al commercialista ben 2.500 euro, che sarebbero dovuti servire al pagamento dei contributi previsti ed a “ungere” i funzionari della Questura, ma che in realtà sono stati tutti intascati dal falso commercialista medesimo. Che al termine dei riscontri investigativi è stato denunciato ancora una volta, non essendo nuovo e truffe del genere, per i reati di falsa emersione dal lavoro irregolare e truffa.