Anziana uccisa durante una rapina a Forte, arrestato 15enne



“Il Grosso, è stato il Grosso a infilarle il fazzoletto in bocca”. Sono parole, intercettate dalla polizia, che pronuncia Dana Raducan, la moglie 23enne di Marcel Raducan, 32 anni, anche lui rumeno, tra i tre arrestati per l’omicidio di Luana Maria Mariani, la pensionata di 77 anni, legata, imbavagliata dai rapinatori entrati nella sua casa di via Viner a Vittoria Apuana a Forte dei Marmi, tra le 14 e le 14,30 del 5 aprile scorso.
Il Grosso non era altro che un ragazzino di 15 anni, arrestato negli ultimi giorni dalla polizia rumena, grazie alle indagini della squadra mobile di Lucca, condotta da Virgilio Russo, e dagli uomini del commissariato di Forte dei Marmi di Enrico Parrini. All’inizio i sospetti erano caduti su Ion Enea, 24enne rumeno anche lui come gli altri abitante al campo rom di via delle Sipe a Seravezza. Lui, secondo gli investigatori, non ha niente a che fare con l’omicidio tanto che a tre giorni dall’arresto era stato scarcerato. L’equivoco era nato dal soprannome – lo stesso del 15enne finito in manette -, e dal fatto che all’indomani del delitto era salito su un’auto con altri rom, per lasciare l’Italia. Rintracciato a Palmanova dalla polizia era finito in manette anche per via del suo atteggiamento che era sembrato agli investigatori indicare una sua compromissione. Non era così, quell’uomo non aveva nulla a che fare con l’inaudita barbarie con la quale è stata massacrata la pensionata di Forte dei Marmi. A portare gli inquirenti sulla strada giusta sono stati alcuni volontari che avevano frequentato in passato il campo rom di Seravezza e che subito dopo i primi arresti, osservando le foto degli arrestati, diramate dalla questura, si erano presentati in commissariato, scagionando di fatto Ion. I sospetti quindi si erano concentrati su un ragazzino di 15 anni, che frequentava le scuole in zona. Per l’accusa, sarebbe stato lui insieme a Madalin Paun, 19 anni, anche lui rumeno, a trascinare la vedova sorpresa in giardino dentro la casa e poi a legarla ad una sedia con dei foulards e a farla tacere con un fazzoletto infilato fino alla gola. La stoffa che l’ha uccisa, soffocandola, secondo il medico legale. Quel fazzoletto “dimenticato”, come hanno poi raccontato Madalin, messo alle strette dagli inquirenti. Lui non ha fatto nomi, ma gli altri due, Marcel Raducan, 32 anni, e la moglie Dana Raducan (quest’ultima in manette non per l’omicidio ma per favoreggiamento e calunnia perché aveva accusato, sapendolo innocente, un albanese che vive nella zona), avrebbero confermato che c’era il ragazzino dentro alla casa dove si è consumato quell’orrore.
Altre conferme sono giunte in seguito da alcune intercettazioni telefoniche e ambientali. Le accuse di omicidio aggravato e di rapina aggravata sono contenute in un mandato di cattura europeo chiesto dal pm della procura dei minori di Firenze, Roberto Pieri, e firmato dal gip Sara Chiarantini. Un ordine di cattura che attraverso l’Interpol è stato eseguito dalla polizia rumeno nel villaggio di Guia, in Romania. Le pratiche per l’estradizione sono state avviate: il 15enne arriverà all’aeroporto di Fiumicino il 1 ottobre prossimo e poi sarà trasferito in una struttura minorile dove poi dovrà essere interrogato dal gip, entro cinque giorni.
L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Lucca, in particolare dal sostituto procuratore Aldo Ingangi che passo passo ha seguito le indagini della polizia. Gli investigatori sono riusciti, grazie anche all’esame delle telecamere di sorveglianza installate dal comune, a ricostruire tutti gli spostamenti delle persone coinvolte nell’omicidio. Persone che erano state identificate e fotografate la mattina stessa del delitto nell’ambito di un controllo del commissariato di Forte dei Marmi al campo rom di Seravezza. Le indagini, in effetti, hanno preso immediatamente questa direzione, sulla base delle descrizioni anche di alcuni testimoni che avevano visto fuggire tre persone in bicicletta dall’abitazione della pensionata, trovata morta nel primo pomeriggio dal nipote. Un colpo che era stato studiato nel dettaglio, visto che Marcel Raducan, secondo gli inquirenti conosceva bene la signora. Lui era rimasto a fare da palo in strada, dopo che il gruppo aveva fatto un sopralluogo alle 13. La banda, secondo la polizia, aveva deciso di colpire all’ora di pranzo di venerdì sapendo che la donna era solita pranzare con un amico. Quel giorno però l’appuntamento era saltato e i malviventi, forse resisi conto che la donna era ancora in casa, avevano deciso – è la ricostruzione della polizia – di agire lo stesso. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati il 15enne e Madalin Paun a sorprendere la signora in giardino. I due, secondo le accuse, l’avrebbero strattonata e spinta in casa. La pensionata aveva iniziato a gridare, così le avevano dato un colpo in testa. Poi l’avevano legata ad una sedia e le avevano messo un foulard in bocca perché evitasse di chiedere aiuto. A quel punto avevano preso 200 euro lasciate sul tavolo e alcuni gioielli preziosi trafugati dalla cassaforte aperta con una chiave trovata in un armadio. Alla fine si erano allontanati a bordo di biciclette, lasciando la donna in quello stato, morta probabilmente qualche istante dopo la fuga.