Ex parà pestato a sangue, un altro arresto

22 ottobre 2014 | 11:00
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Ex parà pestato a sangue, un altro arresto
Ex parà pestato a sangue, un altro arresto
Ex parà pestato a sangue, un altro arresto

di Roberto Salotti
Gli inquirenti hanno chiuso il cerchio sulla violenta aggressione in cui era rimasto gravemente ferito Rossano Barsotti, ex parà 44enne di Sant’Anna, pestato a sangue la notte del 21 giugno scorso dal compagno della donna con la quale da qualche tempo aveva una relazione clandestina (Leggi). I carabinieri del nucleo investigativo hanno arrestato stamani (22 ottobre) il suo presunto complice: si tratta di Angelo Lezzi, piastrellista di 41 anni, originario della provincia di Lecce ma residente a Lucca per motivi di lavoro: è stato rintracciato e condotto in carcere a Pisa mentre stava andando a comprare le sigarette in un bar di Navacchio, dove stava lavorando. L’accusa è di tentato omicidio in concorso con Angelo Spano, 39enne di Nave, autotrasportatore ed ex collega di Barsotti, finito in manette la sera stessa dell’aggressione. 

Il movente del pestaggio era apparso chiaro agli inquirenti fin dalle prime ore dopo l’aggressione. Spano, dopo aver scoperto la relazione clandestina della compagna, avrebbe teso una trappola all’ex parà, costringendo la donna a dargli un appuntamento a Ponte San Pietro, in una stradina sterrata a pochi passi dalla piscina Reset H20. Qui lo aveva trovato l’indomani mattina il bagnino della struttura, privo di sensi a terra, in una pozza di sangue. All’incontro, secondo quanto era stato ricostruito dagli investigatori, si erano infatti presentati Spano e l’amico Lezzi. Era subito nato un alterco, culminato nella violenza. I due – come avevano documentato le telecamere di sorveglianza del Reset, si erano poi allontanati lasciando Barsotti, agonizzante a terra. L’ex parà era stato trasferito d’urgenza all’ospedale Cisanello di Pisa, dove era rimasto in coma per alcuni giorni.
Le indagini aveva imboccato subito la strada giusta, tanto che in serata era stato fermato Angelo Spano. Gli elementi raccolti sul posto dalla scientifica e l’analisi anche dei tabulati telefonici e dei contatti che Barsotti aveva avuto nei giorni precedenti all’aggressione hanno permesso di ricostruire un quadro sufficientemente chiaro, tanto da indurre il gip del tribunale di Lucca a firmare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Lezzi (nella foto), che è stato associato alla casa circondariale di Pisa, a disposizione della magistratura.
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