A Lucca 51 tentativi di suicidio in carcere, Sappe: “Emergenze da affrontare”

Il caso del 25enne che si è impiccato ieri in una cella del carcere San Giorgio di Lucca (Leggi) ha riportato in primo piano l’emergenza all’interno della casa circondariale, dove i problemi sono sempre gli stessi: sovraffollamento e carenza di organico. “Non sono passati che pochi giorni dalla notizia di altri 4 detenuti che si sono suicidati in carceri italiane – sottolinea Donato Capece, segretario nazionale del sindacato Sappe -. L’ennesimo suicidio di un altro detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze. A Lucca, tanto per fare un esempio, dal 2012 ad oggi sono stati 51 i detenuti che hanno tentato di togliersi la vota, salvati in tempo dai poliziotti penitenziari”.
Il sindacalista del Sappe sottolinea che “negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 16mila tentati suicidi ed impedito che quasi 113mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Purtroppo ieri a Lucca il pur tempestivo intervento del poliziotto di servizio non ha potuto impedire il decesso del detenuto”.
Il Sappe, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, sottolinea: “La situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata. Per fortuna delle istituzioni, gli uomini della polizia penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Como – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità delle del Paese”.
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