Picchiata e lasciata senza soldi e cibo denuncia il marito

Dopo le nozze e un primo periodo idilliaco, il sogno dei due cuori e una capanna si è infranto amaramente per una giovane donna di 25 anni, rimasta sola con una figlia concepita dall’uomo di cui si era innamorata ma che l’ha a lungo minacciata, trattata come una schiava al servizio di tutta la famiglia. Costringendola a vivere come una stracciona, senza soldi e senza cibo quando lui tornava al paese di origine, un villaggio sulla catena dell’Atlante in Marocco, abbandonandola al suo drammatico destino. Fatto di stenti e di privazioni durante i lunghi periodi di abbandono, con lei costretta a cibarsi dei pochi prodotti dell’orto di casa o soltanto di thè, pur di sfamare la piccola. Una vicenda molto triste, condita di botte e minacce, che si è conclusa con la denuncia a piede libero del marito padrone, un 31enne marocchino che deve rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violenza privata.
La situazione degenera quando gli sposi novelli concepiscono una bambina. Inizialmente si erano adattati a vivere in un garage, ma la situazione non pesava a nessuno dei due. Alla nascita della piccola però, i due si sono dovuti trasferire dagli anziani genitori e dalla famiglia del fratello del marito, in una porzione di un condominio, senza riscaldamento e dove pioveva ad ogni temporale. A quel punto, stando al racconto della giovane madre, l’atteggiamento del marito nei suoi confronti era cambiato: lui la costringeva a fare la serva di tutti, impedendole di uscire di casa e lasciandola senza soldi e mezzi per il sostentamento. Trattata come una sguattera, aveva pensato più volte di fuggire. Ma era troppo spaventata per allontanarsi senza un soldo con la piccola. Alla fine però quando il marito appena tornato dal Marocco le aveva annunciato di volersi separare perché al paese aveva trovato un’altra, la situazione è degenerata. Lui ha preteso i suoi documenti per completare la separazione in Marocco, ma lei ha finto di averli persi consegnandogli soltanto delle fotocopie. Un fatto che aveva mandato il marito su tutte le furie. L’ira dell’uomo si era scatenata nei confronti della donna, con botte e minacce di ogni genere. Così qualche giorno dopo, approfittando dell’assenza dell’uomo e fingendo di dover andare a far visita al fratello arrivato in Italia, la donna era riuscita ad allontanarsi di casa. Alla stazione della cittadina dell’Emilia Romagna aveva incontrato un suo connazionale che l’aveva soccorsa vedendola in lacrime e con la bambina al seguito. La donna aveva subito raccontato la situazione, ma l’uomo aveva spiegato che non poteva aiutarla. Mentre stavano parlando, si era avvicinato un altro connazionale a bordo di un’auto che ha chiesto indicazioni per l’autostrada, dicendo di vivere a Lucca. Alla fine, è stato lui, compresa la situazione, ad accompagnare la giovane in questura in viale Cavour. Qui, la giovane madre ha raccontato tutti gli abusi subiti e gli agenti della squadra mobile di Lucca hanno avviato le indagini del caso, fino alla denuncia del marito.