
Alla fine ha patteggiato una condanna a tre anni durante l’udienza preliminare. Il maresciallo della marina Stefano La Rosa, in servizio alla capitaneria di porto di Viareggio secondo le accuse mosse a seguito della indagini (Leggi l’articolo) dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Fabio Origlio, aveva messo in piedi un sistema di tangenti che venivano chieste a chi voleva ormeggiare la porto di Viareggio. Davanti al gup alla fine non ha potuto negare come funzionava il sistema gestiva insieme ai suoi complici nel meccanismo corruttivo, che hanno patteggiato invece due condanne a un anno. Il meccanismo era semplice se volevi attraccare l’imbarcazione al proto di Viareggio dovevi pagare una tangente al maresciallo che variava in base alla stazza del natante. Secondo quanto emerso dalle indagini La Rosa chiedeva una tangente anche per quegli spazi che in realtà sarebbero dovuti essere liberi. In giro d’affari illeciti da svariate migliaia di euro che il maresciallo si divideva con i suoi subalterni che spesso, sempre secondo quanto ricostruito dai carabinieri, erano loro ad esigere dai naviganti. Se non pagavi poi non ti faceva attraccare e dovevi andare in un altro porto.
Altre persone coinvolte nell’indagine che è alla fase dell’udienza preliminare hanno chiesto il rito abbreviato, mentre un quinto imputato se il giudice deciderà di rinviare a giudizio dovrà sostenere il dibattimento in aula durante il rito ordinario. (G.M.)