Agenti della polizia penitenziaria ancora aggrediti da detenuti

29 novembre 2014 | 13:10
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Agenti della polizia penitenziaria ancora aggrediti da detenuti

Sangue e violenza, venerdì, nel carcere di Pistoia, dove alcuni Agenti di Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti in carcere. E il grave episodio scatena la reazione del primo sindacato della polizia, il Sappe. Il detenuto che ha aggredito gli agenti era lo stesso che a Lucca aveva scagliato un tombino contro la polizia penitenziaria. “Tutto è avvenuto nel primo pomeriggio, quando due detenuti si sono picchiati nel cortile dell’ora d’aria – spiega il segretario generale del Sappe Donato Capece -. Gli agenti sono immediatamente intervenuti per separare i due, uno dei quali noto per avere pochi mesi fa scagliato un tombino contro i poliziotti penitenziari in un analogo episodio tra le sbarre di cui si era reso responsabile in un altro carcere toscano, a Lucca. Separato dall’altro ristretti, il detenuto straniero si è scagliato con forza e violenza contro i nostri agenti, ferendoli. Il Sappe esprime solidarietà ai poliziotti feriti e augura loro una veloce ripresa e ritorno in servizio. Ma queste aggressioni, tanto più se vedono protagonisti delinquenti recidivi, sono intollerabili e meriterebbero risposte immediate, come un congruo periodo di rigido isolamento disciplinare e l’allontanamento del detenuto in un altro carcere d’Italia. Noi non siamo carne da macello ed anche la nostra pazienza ha un limite…”.

“Sono anni che sollecitiamo di dotare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria di strumenti di tutela efficaci, come può essere proprio lo spray anti aggressione recentemente assegnato – in fase sperimentale – a Polizia di Stato e Carabinieri” aggiunge Capece . Mi auguro che il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, dopo il grave episodio di Pistoia, valuti positivamente questa nostra proposta e, quindi, assuma i provvedimenti conseguenti”.
Il Sappe torna a sollecitare il Governo per le espulsioni dei detenuti stranieri presenti in Italia: “E’ sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia”. “Il dato oggettivo è però un altro – conclude il leader del Sappe -: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute: 896 nel 2011, 920 nel 2012 e 955 nel 2013, soprattutto in Albania, Marocco, Tunisia e Nigeria. Si deve però superare il paradosso ipergarantista che oggi prevede il consenso dell’interessato a scontare la pena nelle carceri del Paese di provenienza. Oggi abbiamo in Italia 54.207 detenuti: ben 17.578 (il 33 per cento del totale) sono stranieri, con una palese accentuazione delle criticità con cui quotidianamente devono confrontarsi le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria. Si pensi, ad esempio, agli atti di autolesionismo in carcere, che hanno spesso la forma di gesti plateali, distinguibili dai tentativi di suicidio in quanto le modalità di esecuzione permettono ragionevolmente di escludere la reale determinazione di porre fine alla propria vita”.