Morto il giovane aggredito dalla baby gang

30 novembre 2014 | 14:26
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Morto il giovane aggredito dalla baby gang
Morto il giovane aggredito dalla baby gang
Morto il giovane aggredito dalla baby gang

Manuele Iacconi non ce l’ha fatta. E’ morto all’ospedale di Livorno dove si trovava ricoverato in coma dalla notte di Halloween dopo una brutale aggressione, a colpi di casco, in via Coppino a Viareggio (Leggi). Iacconi, 34 anni, di Massarosa, un lavoro a Porcari nella ditta di revisioni di motori del padre, era stato sottoposto sabato ad un delicato intervento chirurgico alla carotide, ma il suo cuore non ha retto. Così ad un mese esatto dalla furia violenta scoppiata in Darsena Iacconi è morto.

Dell’aggressione – che con la drammatica scomparsa di Manuele (nella foto) è diventata un omicidio – si era accusato un ragazzo di 17 anni che accompagnato dai suoi legali si era presentato negli uffici del commissariato di Viareggio a cinque giorni dall’episodio, cercando di convincere gli inquirenti che aveva agito da solo e dopo una provocazione di Iacconi (Leggi). La sua versione scricchiolava fin dall’inizio secondo gli investigatori, che hanno iscritto nel registro degli indagati oltre 10 tra giovani e giovanissimi e che hanno effettuato perquisizioni in alcune abitazioni, procedendo con dei sequestri (Leggi).
L’inchiesta. Le indagini sono comunque ancora tutte in corso. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, Iacconi si trovava in auto con altri amici la notte dell’aggressione. La comitiva stava raggiungendo i locali della Darsena quando al semaforo di via Coppino c’è stato un diverbio furioso con altri ragazzi che erano a piedi sul marciapiede. Secondo il racconto del 17enne, il diverbio sarebbe scattato per una incomprensione. Il giovane ha raccontato che si trovava da solo in via Coppino, dopo essere uscito da un pub della zona. Cercava una sigaretta così quando ha visto Iacconi fermo nell’auto al semaforo gli ha fatto il gesto di fumare. Un gesto che secondo il 17enne sarebbe stato frainteso dal 35enne che sarebbe sceso dall’auto, afferrandolo per il colletto della camicia. A quel punto, stando sempre alla confessione, il 17enne avrebbe afferrato un casco abbandonato in zona e con quello avrebbe colpito più volte alla testa Iacconi, per poi dileguarsi. Ma la polizia la pensa molto diversamente e ritiene che il 17enne non fosse solo e che si sia denunciato per coprire gli altri. I familiari di Manuele, i genitori e i due fratelli, dicono di avere “piena fiducia nella magistratura” e nelle indagini della procura di Lucca e della procura del tribunale dei minori di Firenze per risalire ai responsabili dell’aggressione.
Lutto cittadino. Resta in primo piano una tragedia incredibile e una giovane vita spezzata: un episodio che per tutti i suoi risvolti e per il fatto che vede, secondo gli inquirenti, coinvolta una baby gang ha impressionato tutta la città. Tanto che il commissario prefettizio, Valerio Massimo Romeo, dichiarerà il lutto cittadino nel giorno in cui si svolgeranno i funerali del meccanico ucciso dalla baby gang. La stessa decisione è stata presa anche dal Comune di Massarosa. “Apprendo con sgomento della morte di Manuele Iacconi, il giovane di Massarosa aggredito a Viareggio, in Darsena la notte di Halloween – sottolinea senatrice del Pd Manuela Granaiola – “Una vittima innocente di un insensato, brutale e criminale atto di violenza, non ha vinto la sua estrema battaglia per la vita. Ai familiari ed agli amici va tutta la mia umana solidarietà. Con lui è stata colpita l’intera città. Una città che, pur afflitta da mille difficoltà, ha saputo mostrare ancora la sua parte migliore, la voglia di resistere partecipando in massa ad una imponente fiaccolata simbolo della volontà di sconfiggere la criminalità e di ricostruire un tessuto di convivenza civile affinché fatti come questi non possano più ripetersi”. “Abbiamo sperato tutti che Manuele Iacconi ce la facesse – scrive Giuseppe Dati, segretario territoriale del Pd della Versilia -. Per lui, per la sua famiglia, per i suoi amici, per la Versilia intera. Non ce l’ha fatta. Esprimiamo cordoglio e vicinanza ai suoi familiari e alle persone a lui intime. Incitiamo le forze dell’ordine, che sappiamo già intensamente impegnate a indagare, a fare piena luce sulla vicenda. E ci attendiamo la esemplare condanna dei responsabili. Non per vendetta, ma per elementare senso di giustizia. A noi rimane, accanto al dolore, la ferma opinione che questo degrado della vita civile che ha provocato la sua morte, vada combattuto recuperando una cultura del vivere insieme, un recupero del senso di comunità”.