Condannato a due anni per l’aggressione alla Notte Bianca

18 dicembre 2014 | 12:41
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Condannato a due anni per l’aggressione alla Notte Bianca

Per il gup Silvia Mugnaini sarebbe stato lui, materialmente, a colpire con una bottiglia rotta al volto Silvio Lucchesi, 23 anni, di Tempagnano, il giovane di Torpedo aggredito e sfigurato in via San Giorgio, mentre si trovava con altri amici davanti al Caffé Ristretto, la sera del 24 agosto di un anno fa, mentre in città si svolgeva la Notte Bianca. Francesco Cosmi, 20 anni, di Lucca, è stato condannato con il rito abbreviato a due anni di reclusione e ad un risarcimento di 100mila euro. Questa la sentenza del giudice per le udienze preliminari arrivata questa mattina (18 dicembre) al tribunale di Lucca. Un colpo di scena, visto che lo stesso pm Aldo Ingangi aveva chiesto l’assoluzione per tutti e quattro gli imputati, sostenendo che fosse impossibile determinare chi del gruppo avesse materialmente sferrato il colpo che ha provocato le lesioni permanenti al giovane di Torpedo, lasciando una cicatrice sulla guancia e sul labbro superiore (Leggi).

Gli altri tre imputati sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto: si tratta di due ventenni, uno di Lucca e l’altro di Castelnuovo e di un diciannovenne residente in città, che sono stati prosciolti dal giudice.
Si è conclusa così dopo tre udienze la fase processuale preliminare con al centro l’episodio che aveva impressionato tutta la città (Leggi).
I fatti. Poco prima delle 2 nella notte fra il 24 e il 25 agosto del 2013, secondo quanto era stato ricostruito, un giovane che si trova nei pressi del Caffé Ristretto tra via Fillungo e via San Giorgio viene colpito davanti da un individuo armato di bottiglia, nonostante l’ordinanza bandisse la vendita di bevande in vetro e metallo durante la Notte Bianca. Un colpo al volto inferto con il collo di una bottiglia di vetro rotta, poi la fuga davanti ad alcuni testimoni che sono convinti, da subito, della matrice politica dell’aggressione. Gli amici del 22enne riferiscono agli inquirenti che l’aggressione è stata appena compiuta da un giovane “di estrema destra”. La notizia del presunto pestaggio si diffonde negli ambienti dei giovani e arriva all’orecchio di un gruppo di ragazzi stavolta vicini all’estrema sinistra. In una quarantina, nella notte, si dirigono verso un locale in zona Porta San Pietro, con l’obiettivo di affrontare gli antagonisti per chiedere conto del gesto. Quando giungono in zona la tensione arriva alle stelle ma carabinieri e polizia che dal pomeriggio presidiano il centro storico sono già sul posto mentre un’altra pattuglia è andata in soccorso del ventenne ferito. Così agenti e militari evitano lo scontro tra le opposte fazioni, che si limitano ad uno scambio di insulti e parole pesanti a distanza. Partono immediatamente le indagini di carabinieri e digos. Silvio Lucchesi, ricoverato in ospedale, riesce a raccontare, come può, l’aggressione di cui era stato vittima. Tra gli inquirenti, si fa strada l’ipotesi dell’aggressione per motivi politici. Alla base della violenza viene infatti ipotizzato una sorta di rito di iniziazione per giovani, vicini agli ambienti dell’estrema destra. In poche settimane si stringe il cerchio su coloro che polizia e carabinieri ritengono gli autori di un gesto che impressiona vivamente tutta la città.