Affatigato: se questi sono terroristi dormo sonni tranquilli

di Roberto Salotti
Rompe il silenzio Marco Affatigato. Raggiunto in Francia dove vive da oltre due anni, risponde in maniera serafica alle domande dopo il clamore sollevato dall’inchiesta della procura dell’Aquila, che stamani (22 dicembre) lo ha indicato tra uno dei principali obiettivi di Avanguardia ordinovista, un gruppo di terroristi neofascisti che, per l’accusa, stava programmando attentati contro le istituzioni e contro chi, giudicato “infame”, doveva morire. E, secondo gli atti dell’inchiesta, Affatigato, lucchese di 58 anni, che era stato esponente non di secondo piano in Ordine Nuovo, sarebbe stato in cima alla lista (Leggi). Lui, però, si definisce doppiamente “sorpreso” sia per l’inchiesta della magistratura, che per le presunte accuse che gli avrebbe mosso il gruppo. Per Affatigato “infami” sarebbero stati altri. In particolare – rilancia lui stesso – “quel Tuti che fece arrestare 38 persone con un memoriale indirizzato alla Procura della Repubblica di Firenze”. Tuti è quel Mario terrorista di Ordine Nuovo per il quale lo stesso Affatigato venne sottoposto a inchiesta e processo: favoreggiamento alla sua latitanza, era l’accusa. “Non sono un infame e soprattutto non sono un pentito”, afferma con decisione Affatigato, che dal 1973 non fa più attività politica.
Affatigato, questa inchiesta l’ha colta di sorpresa, oppure si sentiva in qualche modo minacciato?
“Certamente mi coglie di sorpresa. Anche perché ormai da più di due anni vivo nuovamente in Francia. Io minacciato? Assolutamente no”.
Eppure secondo la magistratura lei era nel mirino. Si legge che era stato addirittura progettato il tuo omicidio, con l’accusa di tradimento a Ordine Nuovo per essere vicino ai servizi segreti.
“Francamente!? Andiamo: Avanguardia Ordinovista! Già il nome stesso che tenderebbe a mischiare la storicità di due movimenti politici come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale mi lascia perplesso. Se devo dire proprio qualcosa a riguardo è che, secondo me, ci si trova di fronte ad un unico soggetto, Stefano Manni (secondo i pm la mente del gruppo, ndr), con il quale ho avuto l’occasione due anni fa di conversare via e-mail e via telefono, e al quale, in conseguenza alle sue esagitazioni, soprattutto telefoniche, la Procura dell’Aquila ha dato più rilevanza di quanto ne abbia in necessità e verità”.
Si spieghi meglio.
“Circa la personalità di Stefano Manni non posso pronunciarmi, ma se il pericolo viene da persone di questo calibro, allora posso dormire non su due ma su tre cuscini. Semmai più che le fatwa lanciate da questa serie di persone, che più che altro servono a nascondere loro ‘errori politici’ o vere e proprie infamie, come quelle del Tuti che fece arrestare 38 persone con un memoriale indirizzato alla Procura della Repubblica di Firenze, mi preoccupa di più quella lanciata dal Fratello Musulmano e Imam Abdelfatah Hamadache nei miei confronti per i miei scritti sui Fratelli Musulmani e sull’Esercito del Califfato Islamico (Daesh). Poi per quanto riguarda l’accusa di collaborazione coi servizi segreti, forse sarebbe bene ricordare a chi non lo sa che sono proprio i servizi segreti italiani negli anni ’80, Sismi , il servizio segreto militare italiano e Sisde, il servizio segreto civile, quello del ministero dell’Interni per intenderci, che hanno tentato di coinvolgermi in gravi fatti, stragi , tanto per essere chiari, creando false accuse, e false prove, per uccidermi civilmente e politicamente. A loro si è aggiunto qualche prezzolato della mia area (di destra) e non perché io sia un pentito, cosa che non sono affatto, ma semplicemente perché fra il terrorismo e l’azione politica ho scelto l’azione politica e fra il terrorismo e mia madre, mio padre, i miei fratelli, i miei figli, gli amici, la gente ordinaria ho scelto questi ultimi. Per quanto riguarda la mia collaborazione coi servizi segreti, vi è stata con la Cia ma nell’ambito di una difesa da attacchi terroristici anti-atlantisti da parte di ‘terroristi transazionali’ guidati da Carlos ed in un contesto di anticomunismo, che oggi non esiste più. Non ho remore a dirlo a differenza di tanti altri che, pure nei libri, negano ciò che invece è stata una evidenza nei fatti”.
Quindi secondo lei non c’è il rischio di un terrorismo neofascista oggi in Italia?
“Assolutamente no. L’Italia sta percorrendo un china difficile. Le famiglie sono allo spasmo. La gente non riesce quasi più a portare da mangiare a casa. Non degli estremi chi governa il Paese, su mandato della Commissione Europea, deve temere ma del popolo e, purtroppo, di un pericolo ancor ben maggiore che è l’islam radicale dei Fratelli Musulmani. A meno che anche con loro l’attuale governo non abbia messo in essere un patto segreto, come già fecero in passato con il terrorismo arabo, con il lodo Moro”.