Terroristi neofascisti volevano morto Marco Affatigato

C’era anche il lucchese Marco Affatigato, 58 anni, nel mirino di un gruppo di ispirazione neofascista, smantellato oggi (22 dicembre) dalle indagini dei carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura dell’Aquila, che nell’ambito dell’operazione denominata Aquila Nera, hanno arrestato 14 persone e indagato altre 44 persone. Affatigato, che attualmente vive in Francia, era accusato dalla gang di essere un “infame”, perché ex esponente di Ordine nuovo e secondo loro legato ai servizi segreti. Per questo, secondo gli inquirenti, ne stavano progettando l’omicidio. “Come ha spiegato il procuratore capo Fausto Cardella questa mattina, “il gruppo è stato fermato appena in tempo, visto che stava per usare le armi”, un vero e proprio arsenale reclutato anche in Slovenia, ma recuperato anche dissotterrando materiale bellico della Seconda guerra mondiale e progettando rapine in casa di collezionisti di armi. “Ma i carabinieri di Pescara sono riusciti a sequestrarlo. E a fermarli appena in tempo”, ha detto Cardella. “Volevano entrare in politica partendo dai piccoli centri, facendo leva sul malcontento popolare. – ha spiegato il pm Picardi – Tra le notizie emerse anche il progetto dell’omicidio di Marco Affatigato, tra i capi di Ordine nuovo e considerato ‘infame’ in quanto legato, secondo l’organizzazione ai servizi segreti”.
Secondo gli inquirenti, il gruppo avevano elaborato un piano per “minare la stabilità sociale” del Paese compiendo attentati e atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali come Prefetture, Questure e uffici di Equitalia, prevedendo in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito. Per mettere in pratica i loro obiettivi avevano avviato la ricerca di armi, recuperandone alcune sotterrate dopo l’ultima Guerra mondiale e acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, già pianificata, di armi detenute da un collezionista (progetto sfumato solo dopo il ritiro delle stesse da parte dei carabinieri di Pescara a seguito di un’attivazione del Ros). Inoltre usavano il web, in particolare Facebook, come strumento di propaganda eversiva, incitamento all’odio razziale e proselitismo. Sono alcuni dei dettagli che emergono dall’indagine avviata nel 2013 dai carabinieri del Ros nei confronti dell’associazione clandestina chiamata Avanguardia Ordinovista che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista Ordine Nuovo e ponendosi in continuità con l’eversione nera degli anni ’70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali per sovvertire l’ordine democratico dello Stato.
Questa mattina con l’operazione “Aquila nera” i carabinieri hanno smantellato il gruppo eseguendo in varie province italiane(Chieti, Pescara, L’Aquila, Teramo, Padova, Milano, Como, Varese, Lodi, Pavia, Roma, Rieti, Ferrara, La Spezia, Gorizia, Ascoli Piceno, Napoli, Sassari, Modena, Napoli, Udine e Torino) 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di L’Aquila su richiesta della locale Procura: gli indagati sono accusati di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi nonché tentata rapina. Contestualmente sono state eseguite delle perquisizioni a carico di altri 31 indagati a piede libero per gli stessi reati. Le indagini hanno documentato che il gruppo era guidato da Stefano Manni, che sarebbe stato il punto di riferimento per le attività di proselitismo, reperimento armi e ricerca di fondi per l’organizzazione. Nato ad Ascoli Piceno il 19 luglio 1966 e residente a Montesilvano, Manni vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni ’70, insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di Ordine Nuovo.
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