Pestò a sangue tifoso: condannato a 3 anni e 4 mesi

13 gennaio 2015 | 12:38
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Pestò a sangue tifoso: condannato a 3 anni e 4 mesi

“Non so cosa mi è preso, non capisco perché ti ho fatto questo”. Non è servita a mitigare la pena la confessione-memoriale scritta dagli arresti domiciliari dal 44enne Jionny Casali, originario di Voghera ma residente a Saltocchio, condannato questa mattina (13 gennaio) al tribunale di Lucca a 3 anni e 4 mesi per l’aggressione ai danni di Matteo Augello, 19enne all’epoca dei fatti, tutelato in aula dall’avvocato Elenora Romani, che procurò al giovane la frattura della mandibola. Così ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Marcella Spada Ricci a conclusione del rito abbreviato che vedeva sul banco degli imputati un tifoso del Ponte a Moriano che, il 26 aprile dell’anno scorso, a circa 10 minuti dalla fine della partita con il Pontecosi al campo sportivo di San Quirico di Moriano per il campionato di Terza Categoria, aveva aggredito un giovane supporter avversario a colpi di cinghiate fracassandogli la mascella e costringendolo a un delicato intervento chirurgico.

L’uomo, dopo le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Aldo Ingangi (oggi sostituito in aula dalla dottoressa Elena Leone per l’accusa), era stato colpito lo scorso settembre da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
Secondo i carabinieri di Ponte a Moriano a scatenare la violenza sarebbe stato l’alcol e qualche parola di troppo. Provocazioni durante la partita che hanno scatenato un parapiglia tra un gruppo di supporters del Ponte a Moriano, 7/8 uomini sui 35 e i 40 anni e tifosi del Pontecosi, che assistevano alla partita dove giocava un amico. 
Ad accendere la miccia qualche apprezzamento dei tifosi della squadra garfagnina all’indirizzo del gruppetto di quarantenni, tutti lucchesi, che si erano ritrovati al campo sportivo di San Quirico. Alla fine, però, dopo qualche scaramuccia, il gruppo di giovani tifosi del Pontecosi aveva deciso di allontanarsi per evitare guai. In quel momento però, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, è scattata la “controffensiva”. All’improvviso, Jionny Casali si è tolto la cintura, questo quanto ricostruito in udienza, per colpire con la fibbia cinghia legata sul pugno il 19enne supporter del Pontecosi, provocandogli una frattura maxillo facciale, che lo ha in seguito costretto a subire un intervento ricostruttivo. Il giovane è poi stato lasciato sanguinante al campo sportivo.
Di oggi la conclusione della vicenda, almeno in primo grado, con una dura condanna motivata anche dall’aggravante dei futili motivi. Casali inoltre è statao raggiunto anche da una misura di interdizione dai campis sportivi per due anni disposta dalla prefettura al tempo dei fatti. Nel fascicolo del processo, come detto, anche un memoriale-lettera del Casali che ha chiesto scusa all’aggredito non riuscendosi a spiegare i motivi del gesto. Per contro la società garfagnina del Pontecosi aveva anch’essa inviato una lettera alla procura per chiedere certezza della pena nei confronti dell’imputato. Nessun processo, invece, per un altro dei presunti responsabili dell’aggressione, un 33enne della Piana di Lucca, per difetto di querela.
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