Minacce e aggressioni, protestano le guardie mediche

24 gennaio 2015 | 12:23
Share0
Minacce e aggressioni, protestano le guardie mediche
Minacce e aggressioni, protestano le guardie mediche
Minacce e aggressioni, protestano le guardie mediche

Chiusi in casa o in auto per interminabili minuti. Derubati, con le proprie automobili danneggiate e il timore, in più di un episodio, di non uscirne vivi. Per questo i medici di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, hanno chiesto un incontro al prefetto e stilato un elenco di tre proposte da sottoporre alla Asl. Alcuni giorni fa, una giovane dottoressa uscita per una visita domiciliare è stata inseguita da un uomo con l’auto ad Altopascio: è stata speronata e bloccata in auto, da dove è riuscita a dare l’allarme al 112 e al 118. Quando i medici si sono incontrati per rendere noto questo episodio, si sono accorti che non era per niente un caso isolato. A fine turno, una dottoressa della Versilia è tornata in auto: l’ha trovata con il bagagliaio sfondato e da dentro mancavano una valigetta e altre cose. A Pietrasanta, una dottoressa era in struttura quando ha sentito qualcuno provare le chiavi in ogni porta: ha aperto la finestra e si è buttata nel cortile interno, dal quale, però, non ci sono vie di fuga. A Campo di Marte, una guardia c’è, ma non è dalla parte dell’ingresso dei medici che, più volte, si sono sentiti insicuri: un medico a fine turno ha trovato l’auto danneggiata e aperta.

Ma gli episodi potrebbero essere anche di più, visto che i medici di continuità assistenziale che operano nei 16 punti tra Lucca e Versilia sono una quarantina. Questa brutta serie di episodi, ha portato l’Ordine dei medici a chiedere misure per migliorare la sicurezza, prima che sia troppo tardi e che anche uno solo di questi medici si trovi in una situazione peggiore. “L’immaginario del medico che visita il paziente nella tranquillità dello suo studio oppure recandosi a domicilio per portare le proprie cure a pazienti impossibilitati ad uscire di casa sono scenari lontani per i dottori responsabili e sostituti della continuità assistenziale – sottolinea il presidente dell’Ordine dei medici Umberto Quiriconi -. Essi infatti si trovano a dover lavorare molto spesso in condizioni di difficoltà e a dover gestire situazioni non previste dalla professione medica, quanto piuttosto descritte in un manuale di legittima difesa. Anche quando dobbiamo uscire per casi conosciuti come difficili e chiediamo aiuto alle forze dell’ordine, ci troviamo soli”. E isolati: molti dei 16 punti tra Lucca e Versilia in cui operano una quarantina di medici, “sono – dicono dall’Ordine dei medici – ubicati fisicamente lontani dai punti di sorveglianza notturna dei centri in cui sono dislocati, lontani dai reparti dove vi è attività anche nelle ore serali, con ambienti esterni poco illuminati e privi di videosorveglianza, lasciando i medici in completa solitudine.
{youtube}CEY_OtplLDk{/youtube}
Lontani, persino, dai presidi di volontariato che operano nella sanità. I volontari, tra l’altro, potrebbero accompagnare il medico nelle visite, anche solo come deterrente. D’altra parte capita che in certi casi, ad accompagnare il medico ci sia un suo familiare”. Per i medici, l’altro problema è la riconoscibilità, tanto più che spesso si muovono con mezzi propri. “Le auto – proseguono i medici -, quando vengono date in dotazione non sono riconoscibili. Lo sono, invece, le auto delle Asl o dei distretti, che di notte e nei giorni festivi restano ferme nei parcheggi. Usare auto riconoscibili sarebbe un vantaggio anche per il parcheggio, che renderebbe più rapida la visita. Il riconoscimento da parte della cittadinanza del medico, inoltre, ci sembra una necessità improrogabile sia dal punto di vista della tutela del cittadino paziente, sia dal punto di vista del medico stesso. Potrebbero essere utili delle divise riconoscibili: i colleghi di Massa, per esempio, hanno una pettorina con scritto Medico”. Piccole soluzioni a basso impatto economico ma ad alto impatto pratico, quelle studiate dai medici, che possano migliorare un servizio importante come è la Continuità Assistenziale. Ed è per questo che le proposte verranno esposte all’Asl e anche al prefetto Giovanna Cagliostro.

R.L.