
Subito dopo la gara, si parla della partita di Seconda Categoria giocata tra i Diavoli Neri Gorfigliano e la Morianese disputata il 13 ottobre del 2013 (leggi qui), l’arbitro nella relazione aveva annotato che durante il match dalla panchina dei Diavoli Neri erano partiti epiteti razzisti nei confronti di due giocatori di origine straniera che militavano nella formazione morianese. Questa mattina davanti al giudice monocratico, durante il processo, l’allora direttore di gara ha stemperato i toni, raccontando di una partita che ha definito abbastanza tranquilla, anche se vi erano state 4 espulsioni e 3 ammonizioni. Insomma più che un cambio di versione, la dichiarazione resa davanti al giudice Marino, sui fatti contestati dal sostituto procuratore, ha fortemente stemperato i toni. Dopo aver sentito l’arbitro di quella partita, che per al cronaca terminò 2 a 0 a favore della Morianese, l’udienza è stata aggiornata e dovranno essere sentiti altri testi della difesa. Alla sbarra infatti vi sono quattro calciatori che quel giorno sedevano sulla panchina dei Diavoli Neri, verso i quali era partita la denuncia da parte della Digos e che ooggi sono difesi dal’avvocato Fabio Quintavalli.
Subito dopo la relazione dell’arbitro, la Digos aveva avviato le indagini e tramite le testimonianze delle varie persone sentite era stato ricostruito lo scenario di una situazione assai preoccupante. Gli epiteti razzisti infatti sarebbero continuati anche fuori dal campo di gioco e negli spogliatoi, soprattutto verso uno dei due fratelli di origine straniera che dopo la partita era uscito da solo per riprendere degli oggetti che aveva dimenticato vicino alla panchina della propria squadra. In quel momento, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato nuovamente apostrofato da parte della squadra avversaria. Inoltre, lo stesso arbitro sarebbe stato oggetto di episodi poco carini dopo la fine della partita. Quando il direttore di gara era tornato a prendere la propria auto, l’aveva trovata coperta di sputi e fango, elemento quest’ultimo che riferisce nella sua relazione di gara e che comunque non farebbe parte degli elementi di prova ammessi in aula per il processo.
Insomma, una vicenda che nel suo complesso in prima battuta era stata valutata dalla giustizia sportiva e che ora torna all’attenzione del giudice monocratico anche sulla base della indagini della Digos, che in un primo momento aveva ipotizzato anche il reato di minacce, ipotesi adesso decaduta. Sono rimaste in piedi invece le accuse di epiteti razzisti. Il pubblico ministero, durante il dibattimento, dovrà cercare di fare chiarezza e far emergere con precisione chi tra i membri della panchina dei Diavoli Neri aveva pronunciato quelli epiteti razzisti verso i due fratelli stranieri, difesi dagli avvocati Sandra Baldassarri e Marica Martinelli.
Gab.Mor.