Polo Fiere, Dianda indagato per truffa e turbativa d’asta

Turbativa d’asta e truffa: sono queste le accuse che muove la procura di Lucca nei confronti di Alessandro Dianda, ex direttore generale di Lucca Polo Fiere e Tecnologia Spa. Il pm Fabio Origlio si appresta a chiedere il rinvio a giudizio dopo aver fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini che riguardano la scelta del fornitore per l’allestimento dell’aula giudiziaria al Polo Fiere per il processo sulla strage di Viareggio. Secondo la magistratura, Dianda avrebbe contribuito in qualche modo a fare sì che l’appalto venisse aggiudicato a condizioni particolarmente favorevoli per la ditta, ma soprattutto ottenendo buoni profitti per la società pubblica che dirigeva. Un problema, quello delle spese giudiziarie per il processo della strage, che ha creato effetti pesanti anche per le casse comunali, a causa dei ritardi o mancati introiti dal ministero di Grazia e Giustizia.
Dianda, difeso dall’avvocato Sandro Guerra del Foro di Firenze, respinge le accuse e si dichiara “pronto a dimostrare come quei reati – spiega lui stesso – non siano neppure astrattamente ipotizzabili. Rassicuro subito chi mi è stato vicino ed ha creduto in me – aggiunge l’ex direttore generale -: non ho mai commesso i fatti che mi sono addebitati e lo dimostrerò nella sede competente, che dubito possa essere quella di Lucca, giacché i migliori testimoni della correttezza del comportamento tenuto da tutti i funzionari e dipendenti di Lucca Fiere sono proprio i magistrati del tribunale e della procura lucchese”.
Il problema delle spese per la giustizia ha avuto effetti pesanti anche sul bilancio comunale. Soltanto nel 2013 la cifra sborsata da Palazzo Orsetti oscillava dal milione e mezzo ai due milioni di euro, ma in questa cifra sono compresi anche i costi per il trasferimento a Lucca della sede distaccata del tribunale di Viareggio. Secondo le stime fatte a suo tempo dall’amministrazione Tambellini l’operazione del processo per la strage del treno al Polo Fiere ha prodotto costi per le casse comunali (da compensare con i rimborsi del ministero) di circa 400mila euro all’anno.