
C’è anche un dramma familiare dietro la vicenda che ha portato all’arresto di un 19enne di origine tunisina per spaccio davanti alla chiesa di Pieve San Paolo. Il giovanissimo, dietro la segnalazioni di alcuni residenti della zona, che avevano notato strane manovre nelle vicinanze della piazza della chiesa medievale, dopo una serie di appostamenti lo hanno beccato a cedere una dose di eroina a una tossicodipendente di 30 anni. Subito è scattato il blitz che ha portato il giovane in manette. Ma a stupire i poliziotti della Narcotici è stata la storia dell’acquirente: ad accompagnare la 30enne ad acquistare la “dose”, infatti, c’era anche la madre. La donna, portata anche lei in questura per il verbale, ha raccontato di essere lei ad accompagnare la figlia, e a pagarle la droga, per evitarle problemi con gli spacciatori e perché evitasse di procurarsi denaro delinquendo, con furti o prostituzione. Un gesto di amore, in un certo senso, nei confronti di una figlia cui la vita non ha certo sorriso.
Dopo gli accertamenti alla donna non è stato contestato alcunché mentre la figlia è stata segnalata alla Prefettura come assuntrice. Il baby spacciatore, invece, ha patteggiato una condanna a sei mesi di reclusione, con pena sospesa.