
Sarà la Corte dei Conti a decidere sul procedimento per danno erariale che vede chiamati in giudizio l’ex sindaco Mauro Favilla, altri 19 ex consiglieri comunali della maggioranza e l’ex dirigente Serafino Turturici, nell’ambito dell’operazione che nel 2010 portò alla ricapitalizzazione di Lucca Fiere & Congressi, in violazione – sostiene l’accusa – della legge che in materia di municipalizzate vieta l’aumento di capitale nelle società in perdita da più di tre anni (Leggi). Una indagine scattata da un esposto alla magistratura contabile presentato dall’allora capogruppo del Pd, oggi sindaco della città, Alessandro Tambellini, all’indomani del consiglio comunale che maggio del 2011 approvò – con le minoranze sull’Aventino -, la delibera di indirizzo che dava mandato a Lucca Holding di procedere con la ricapitalizzazione. L’ipotesi di danno erariale fatta dall’accusa parla di ben 700mila euro.
La sentenza di primo grado è stata sostanzialmente ribaltata in appello, dopo il ricorso promosso dalla procura regionale del Corte dei Conti contro il pronunciamento dei giudici che, senza esprimersi nel merito delle accuse, rinviava la decisione alla giustizia ordinaria. Per il collegio giudicante di primo grado, in sostanza, l’aumento di capitale della municipalizzata non avrebbe potuto provocare un danno diretto alle casse del Comune, ma semmai sul bilancio consolidato di Lucca Holding, facendo venire meno, sostanzialmente, l’ipotesi di un danno erariale a carico degli ex consiglieri.
Di segno contrario la sentenza dei giudici di secondo grado che, invece, rilevano come fra la controllata Lucca Fiere e la controllante Lucca Holding Srl esista un legame stringente, con effetti anche sul bilancio comunale. Per la procura della Corte dei Conti, in particolare, la società Lucca Holding, “non opera liberamente nel mercato in un’ottica commerciale, ma gestisce sotto la stretta direzione del Comune socio unico le partecipazioni di interesse” di Palazzo Orsetti, che ne detiene integralmente il capitale. Tesi che sono state accolte in pieno dal collegio dell’Appello, che ha rinviato gli atti al giudizio di primo grado. Sarà quindi ancora una volta il tribunale della Corte dei Conti ad esaminare le accuse mosse dalla procura contabile agli ex amministratori. E’ questa la disposizione della sentenza del 19 marzo scorso, depositata dai giudici negli ultimi giorni. E ora si riparte da zero: stavolta, tuttavia, risolte le questioni preliminari e di competenza giurisdizionale, è attesa una sentenza nel merito delle accuse. Sono chiamati in causa l’ex sindaco Mauro Favilla, difeso dall’avvocato Domenico Iaria, Pietro Fazzi, rappresentato dall’avvocato Alessandro Turco, Maurzio Dinelli, difeso dall’avvocato Giuseppe Toscano insieme a Nicola Buchignani, Marco Martinelli, Mauro Garbini, Giampaolo Micheloni, Franco Fabbri, Alessandro Venturi, Roberto Lotti, Giorgio Mura, Gabriele Torri, Marco Andreoni, Massimo Checchia, Maurizio Allegrini, Marco Agnitti, Lido Fava, Luigi Bertani, Luciano Panelli. Oltre all’ex dirigente comunale alle finanze Serafino Turturici, difeso dal legale Carlo Lazzarini.
La procura della Corte dei Conti ipotizza un danno erariale complessivo da 700mila euro e chiede il risarcimento di circa il 50% della cifra (350mila euro) all’ex sindaco Favilla e il restante (poco più di 20mila euro a testa) a tutti gli altri ex consiglieri della legislatura Favilla che erano stati rinviati a giudizio nel settembre del 2013.
Quasi un anno prima, e per la precisione nel novembre del 2012, la Corte dei Conti aveva inviato una lettera all’ex sindaco e ai consiglieri che nel maggio 2011 votarono la delibera di indirizzo per le ricapitalizzazioni di Lucca Fiere, rilevando come non fosse stata considerata al momento del voto la presenza di una legge del 2010 che impediva la ricapitalizzazione di aziende partecipate dal Comune in perdita da più di tre esercizi consecutivi (in questo caso le perdite di bilancio risalivano al 2004). Di qui la richiesta di controdeduzioni ai consiglieri sul motivo del voto positivo con l’ipotesi di un danno erariale pari ai 250mila euro di aumento di capitale stabilito successivamente dalla Lucca Holding. Nel mirino degli inquirenti erano finiti però altri 450mila euro di un precedente aumento di capitale, effettuato nel febbraio del 2010, giudicato ancora una volta illegittimo dalla Corte dei Conti.
I consiglieri dell’allora maggioranza nella loro difesa avevano spiegato di aver votato l’aumento di capitale in consiglio comunale sulla scorta di un parere presentato all’epoca dal dirigente Serafino Turturici. Non solo. Si era ritenuto di poter procedere comunque nell’approvazione della delibera di indirizzo, perché con quell’atto – è la difesa dei consiglieri dell’ex maggioranza – si dava la possibilità a Lucca Holding di procedere, senza alcuna obbligatorietà. Ora dovrà ricominciare il processo.