Espulso giovane Imam vicino all’estremismo islamico

27 marzo 2015 | 15:32
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Espulso giovane Imam vicino all’estremismo islamico

Il provvedimento di espulsione è stato firmato dal ministro Angelino Alfano, per esigenze di sicurezza nazionale, dopo una segnalazione arrivata direttamente dal comitato analisi strategica antiterrorismo. Nel mirino è finito un Imam di 33 anni, di origini marocchine, che abitava a Camigliano. Secondo le accuse, l’operaio che frequentava alcuni centri di preghiera della Lucchesia e in particolare a Capannori, avrebbe assunto in alcuni interventi pubblici toni radicali e oltranzisti nei confronti dell’Occidente, motivi per i quali è stato sospettato di essere vicino agli ideali – se non a gruppi – dell’estremismo islamico. “Oggi ho disposto l’espulsione dell’imam della provincia di Lucca – conferma anche con un tweet il ministro Alfano -. Continua – aggiunge – senza sosta azione di prevenzione e contrasto del terrorismo”.

Per questi motivi, questa mattina (27 marzo) è scattato un blitz culminato con una perquisizione nella sua abitazione, dove si sono presentati agenti della polizia e della Digos. L’esito è stato negativo: in casa di Abdel Mounaim Halda, sposato con una giovane 28enne, di origini pisane, convertita all’Islam e dalla quale ha avuto due figli, non è stato trovato nulla di compromettente. Le indagini hanno comunque mirato a rintracciare eventuali collegamenti con cellule islamiche della Toscana: l’Imam era infatti sotto stretta osservazione da alcuni mesi, dopo alcuni suoi inviti ad abbracciare i principi della jihad nei confronti del mondo occidentale.
Il provvedimento del ministro è stato ad ogni modo eseguito dagli agenti che lo hanno accompagnato a Roma alla frontiera, dove poi sarà imbarcato su un volo per essere rimpatriato in Marocco. Un caso che scuote comunque la comunità e che costituisce una assoluta novità nella provincia di Lucca.
Dopo i fatti di Charlie Hebdo a Parigi, l’attenzione e la prevenzione nei confronti del terrorismo islamico sono cresciuti in modo esponenziale, tanto da produrre, tra le altre cose, l’invio di un contingente di 30 militari proprio in provincia di Lucca, con l’obiettivo di vigilare su alcuni obiettivi ritenuti sensibili. Nel caso specifico, comunque, secondo quanto emerge dalle verifiche compiute dagli investigatori, l’Imam non aveva incitato direttamente alla jihad né tanto meno aveva istigato la comunità ad impugnare le armi per Al Qaeda. Tuttavia, alcuni suoi interventi, erano sembrati radicali nei confronti dell’Europa e del mondo occidentale, ispirandosi al principio di una lotta culturale sembrata molto vicina agli ideali dell’estremismo islamico.
Secondo quanto ricostruito finora, il giovane Imam che viveva da anni nella Piana, da alcuni mesi era stato ascoltato da alcuni frequentatori moderati del centro di preghiera, ai quali si rivolgeva predicando i principi della lotta all’Occidente, contro cui avrebbe espresso posizioni oltranziste ed estremiste, da cui, a quanto pare, anche altri Imam avevano preso le distanze.
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