Omicidio, carabinieri in Lucart: nessun riscontro su movente

Nessun riscontro sul movente dell’omicidio di Francesco Sodini, il caporeparto della Lucart ucciso questa mattina da 13 colpi di pistola sparati dal collega Massimo Donatini. L’omicida, reo confesso, avrebbe parlato in caserma dei carabinieri di Cortile degli Svizzeri di dissidi per motivi di lavoro. Per questo i militari del Norm e della stazione di Capannori si sono recati in azienda dove hanno incontrato brevemente i vertici e parlato con gli operai in servizio. Ma nessuno avrebbe confermato l’ipotesi dei contrasti per motivi di lavoro. Una settimana fa, anzi, l’uomo avrebbe partecipato a una cena di lavoro dove, raccontano i testimoni, sarebbe stato molto tranquillo e socievole. Esemplare, peraltro, anche il suo stato di servizio: non avrebbe, insomma, mai ricevuto alcun tipo di richiamo che possa far pensare a un rischio di licenziamento. Alla fine delle verifiche alla Lucart di Porcari, comunque, i militari hanno condotto in caserma un operaio, che potrebbe essere testimone chiave per la ricostruzione delle motivazioni dell’omicidio perpetrato questa mattina in piazza Salvo d’Acquisto a San Filippo.
Gabriele Mori