Tratta di esseri umani, arrestato un latitante

30 aprile 2015 | 08:37
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Tratta di esseri umani, arrestato un latitante

E’ stato rintracciato e arrestato dalla polizia lucchese un 28enne originario di Mogadiscio, accusato di essere un trafficante dedito alla tratta degli esseri umani. Mahamed Abdi, nome in codice Nasir, era giunto sulle coste siciliane nel giugno del 2011 a bordo di un barcone proveniente dalla Libia e dopo essersi stabilito a Trieste, dove aveva ciesto e ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, secondo l’accusa, era entrato a far parte di una gang che si faceva pagare dai 3mila ai 5mila euro per far arrivare somali facendoli passare dai balcani. Destinatario di un ordine di custodia cautelare emesso dal gip su richiesta della Dda di Trieste era sfuggito all’arresto nel giugno del 2013 e per due anni era rimasto latitante.

Fino a quando la polizia di Lucca e in particolare i controlli congiunti della squadra mobile di Virgilio Russo e dell’Ufficio Immigrazione della questura, lo hanno individuato grazie alle impronte digitali. Gli agenti lo hanno stanato in un appartamento di Sant’Anna, dove era ospite di connazionali. Ora si trova rinchiuso nel carcere San Giorgio Di Lucca. Secondo le accuse, il giovane avrebbe contribuito a costituire una organizzazione con base nel capoluogo giuliano, composta da una decina di somali, che attraverso al Grecia e la cosiddetta “rotta balcanica” faceva arrivare, alla frontiera di Trieste, centinaia di profughi in fuga dalla Somalia. Per ogni clandestino i passeurs si facevano pagare tra i 3.000 ed i 5.000 euro e l’organizzazione, secondo le indagini della polizia, li prelevava di notte nelle boscaglie a ridosso del confine di Stato, per poi accompagnarli alla stazione ferroviaria di Trieste, oppure a quella di Milano o all’aeroporto di Roma Fiumicino: le destinazioni finali erano i paesi del nord Europa, come Svezia Danimarca e Norvegia.. Pagando un cospicuo supplemento, l’ organizzazione forniva anche documenti falsi ed un servizio di taxi. Le indagini, condotte dai poliziotti della polizia di frontiera di Trieste, avevano ben presto ricostruito le rotte e le modalità del trafficoni esseri umani, depositando una corposa informativa di reato a carico dei membri della gang, tutti apparentemente ben inseriti e qualcuno di loro perfino ospite da tempo dei centri della Caritas; per 6 di questi il gip, su richiesta della Dda di Trieste, aveva ordinato l’arresto in custodia cautelare in carcere.