





E’ scomparso sotto gli occhi del fratello ventenne e della comitiva di amici che si trovava con lui. Bakayojko Mamadou, un giovane ivoriano di 33 anni, è stato inghiottito dalle acque del fiume Serchio e restituito cadavere, solo più tardi. Dopo lunghissimi minuti di ricerche, il cui epilogo è stato purtroppo drammatico. Il suo corpo ormai privo di vita è stato trovato dal nucleo soccorso acquatico dei vigili del fuoco di Lucca disteso sul fondo, sotto il ponte di Monte San Quirico.
Un altro giovane ucciso dal Serchio ad appena 20 giorni dalla tragedia in cui aveva perso la vita Sandun Hasala Perdera Kuranage, operaio di appena 20 anni, residente a Nave (Leggi l’articolo). Il teatro del dramma in quell’occasione era stata la scogliera sotto alla passerella pedonale di Sant’Alessio, qualche centinaio di metri a valle rispetto al punto dove oggi pomeriggio (21 luglio) è stato ritrovato il corpo di Bakayojko.
FOTO – I soccorritori sul fiume Serchio (di Domenico Bertuccelli)
L’allarme è stato dato alle 15,45 dagli amici che si trovavano con lui, anche loro migranti arrivati in città con la speranza di lasciarsi alle spalle una vita di stenti e con la voglia di guardare avanti. Questa tragedia ha spezzato in un colpo i sogni di quel giovane, arrivato a Lucca il 15 luglio scorso insieme al fratello come profugo dalla Costa d’Avorio e ospite della Croce Rossa Italiana di Lucca. I vigili del fuoco sono piombati sul posto con più mezzi e il nucleo soccorso acquatico si è messo alla ricerca del disperso. Le speranze di ritrovarlo in vita di sono presto ridotte al lumicino. Gli amici, che parlano poco l’italiano, sono riusciti a far capire di aver visto il compagno andare sott’acqua senza più riemergere. E, infatti, a qualche metro di distanza dal luogo in cui la comitiva stava facendo i bagni, poco prima della cascata sotto al ponte, i vigili del fuoco hanno individuato, fermo sul fondo, il corpo del giovane uomo. A quel punto però, per recuperare il cadavere, è stato necessario l’intervento dei sub dei vigili del fuoco, arrivati con l’attrezzatura necessaria da Livorno. A loro è toccato il triste compito di riportare a riva il corpo esanime del 33enne.
Nel frattempo sono arrivate anche due volanti della polizia, che indaga per ricostruire quale siano stati i motivi dell’ennesima disgrazia che si è consumata lungo le sponde del fiume Serchio. Sembra che il giovane ivoriano sia scivolato su un masso in una buca in cui il fiume diventa più profondo, circa 3-4 metri, riferiscono i vigili del fuoco. In difficoltà perché non sapeva nuotare, il giovane non ce l’ha fatta a risalire ed è stato trascinato sotto dalla corrente. Il fratello e i compagni che si trovavano con lui non sono riusciti a fare nulla per salvarlo. Erano arrivati sul fiume poco prima ed avevano fatto qualche tuffo dalla cascatella sotto al ponte. Il loro amico però si era allontanato, trovandosi dopo poco in una zona dove l’acqua diventa profonda. Caduto giù, non è più riuscito ad emergere. In Costa d’Avorio lascia la moglie e due figli piccoli.
Per consentire i soccorsi è stato grande il dispiegamento di forze in una zona cruciale per la viabilità cittadina, che è andata in tilt, nonostante l’intervento per regolare il traffico da parte della polizia municipale di Lucca.