Muore folgorato a 15 anni alla stazione di Porcari – Ft

21 luglio 2015 | 21:37
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Muore folgorato a 15 anni alla stazione di Porcari – Ft
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Muore folgorato a 15 anni alla stazione di Porcari – Ft
Muore folgorato a 15 anni alla stazione di Porcari – Ft
Muore folgorato a 15 anni alla stazione di Porcari – Ft
Muore folgorato a 15 anni alla stazione di Porcari – Ft

di Roberto Salotti
Il papà Said non si stanca di ripeterlo, su quel maledetto binario: “Mio figlio era un campione, amava troppo giocare. Troppo”. Ed è stato proprio un gioco a trasformarsi in tragedia. Cruda, inattesa. Un ragazzino vivace, che si diverte con altri due coetanei. Non si pensa troppo ai pericoli a quell’età: a 15 anni tutto sembra possibile. E’ forse quello di cui è convinto Younes El Bouti, studente marocchino di Porcari e giovane promessa del calcio, quando, per sfidare i due amici e il verificatore del treno che aveva appena ripreso uno di loro, si arrampica sul treno merci in sosta alla stazione di Porcari e che di lì a poco sarebbe ripartito per Lucca, e sale sul vagone. In quell’istante viene folgorato da una scarica elettrica, prodotta dai cavi della tensione continua proprio sopra quel maledetto treno. Non è stato necessario nemmeno sfiorarli. Appena sopra, il ragazzo è stato sbalzato sotto ed è morto prima che toccasse il suolo, rimanendo sotto al treno e lungo i binari.

Una tragedia che ha sconvolto un’intera comunità, accorsa in lacrime al binario 3 dove è accaduto tutto attorno alle 22,15 di stasera (21 luglio). Tre ragazzi che giocano, un po’ spericolati e dispettosi, certo. Nulla che potesse far immaginare quello che sarebbe accaduto. L’allarme dato dal verificatore del treno non serve a nulla. L’ambulanza della Misericordia di Montecarlo accorre alla ferrovia, ma quando i volontari giungono sul binario è chiaro a tutti che ormai è troppo tardi. Subito dopo arrivano i carabinieri di Capannori, in attesa della polfer, competente per i rilievi.
“Mi hanno chiamato per dirmi che mio figlio era morto. Ho detto: ma come? Dove? Alla stazione, a pochi metri da casa nostra”. Il papà di Younes non sa darsi pace, nemmeno l’altro dei due fratelli del ragazzo che frequentava la classe terza della scuola media Pea di Porcari, smette di piangere. Disperato viene consolato da tutti quelli che arrivano e la comunità marocchina di stringe attorno alla famiglia di Younes, che lascia anche una sorella.
Lo studente era molto conosciuto in paese perché era anche uno degli atleti della locale squadra di calcio dove aveva concluso la stagione militando nella formazione degli allievi B allenata da mister Laurenzi. “Era bravo a calcio, ma anche a scuola”, ricorda il padre al binario tre. A pochi passi c’è il cadavere del figlio, coperto da un telo bianco. Arriva in serata anche il sindaco di Porcari, Alberto Baccini, anche lui sgomento come tutti di fronte a questa tragedia difficile perfino da descrivere.
Younes era uscito di casa subito dopo cena, in compagnia di altri due amici. I tre erano andati verso la stazione e quando hanno visto che c’era un treno merci fermo si sono avvicinati. Prima hanno riso e scherzato lungo il binario, poi uno di loro si è arrampicato su un palo della luce, attirando l’attenzione del verificatore del treno. L’uomo lo ha redarguito, ordinandogli di scendere. Poi quando ha visto che il ragazzo aveva obbedito si è allontanato verso la testa del treno, per un controllo ai freni. Dopo pochi passi, però, ha sentito un boato. Era accaduto qualcosa. Corso indietro ha visto il povero Younes a terra, sotto al treno. Era già morto. Il ragazzino poco prima si era arrampicato sopra il convoglio sfruttando i cavi di collegamento fra due vagoni. Appena arrivato in cima, si è alzato in piedi sul tetto del cassone ed è stato in quel momento che è stato folgorato dalla tensione dei cavi della ferrovia. Il suo corpo poi è precipitato al di sotto, esanime. Forse per lo spavento, i due amici che si trovavano con lui si sono allontanati e hanno chiesto aiuto ai familiari, subito accorsi. Nel frattempo era già scattato l’allarme e l’ambulanza è giunta sul posto dopo pochi minuti. Senza poter salvare la vita a Younes, che lascia un vuoto incolmabile non soltanto nella sua famiglia ma anche nei tanti amici che si era fatto per via della sua passione per il calcio ma anche per le corse in bicicletta.