Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto

17 agosto 2015 | 07:14
Share0
Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto
Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto
Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto
Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto
Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto
Travolto e ucciso in bici, si costituisce il pirata – Foto

di Roberto Salotti
E’ stato agganciato in bicicletta e trascinato per circa 10 metri, prima di essere sbalzato sul parabrezza dell’auto e quindi nel campo a fianco della strada. Una morte drammatica ha colpito Achille Bianchini, 56 anni, originario di Bottria di Tresana, in provincia di Massa e da due anni domiciliato a Chiatri, nel comune di Massarosa. Il lavapiatti della birreria Lowengrupe di viale Carlo Del Prete stava rientrando a casa, in un appartamento dove veniva ospitato da una amica a Guamo quando è stato travolto e ucciso da un’auto pirata, il cui conducente, un 32enne tecnico informatico residente nel comune di Lucca, C.A. le sue iniziali, si è costituito soltanto nel pomeriggio di oggi, lasciando Bianchini (nella foto sotto) a morire in un campo, nel cuore della notte.

La tragedia si è consumata attorno alle 3,30 di stanotte (17 agosto) in via per Vorno a Pontetetto, ma l’allarme è stato dato soltanto attorno alle 6,30 da un gruppo di operai che entrava a lavoro in una ditta vicina. E’ subito scattata la macchina dei soccorsi ma per l’ex impiegato di banca che si era voluto rifare di recente una vita, non c’era più niente da fare.
La sua tragica morte è rimasta inizialmente avvolta nel mistero, fino a quando i primi accertamenti delle volanti dirette da Leonardo Leone e della squadra mobile di Lucca guidata dal commissario Silvia Cascino non hanno portato gli inquirenti a battere la pista dell’incidente stradale. Sul posto oltre alla bicicletta semidistrutta, gli agenti hanno rinvenuto alcuni pezzi e frammenti della Volkswagen Polo del 32enne: dopo aver ricostruito da quegli indizi il modello dell’auto dell’investitore, gli investigatori della polizia stradale hanno svolto i rilievi del caso, acquisendo anche le immagini da alcune telecamere di sorveglianza piazzate in una villa che si affaccia sulla stradina, molto stretta e soprattutto buia. Da questi elementi è stato possibile stabilire non soltanto l’ora dell’incidente ma anche il modello dell’auto coinvolta. Le telecamere, infatti, hanno ripreso il tremendo schianto. Secondo una prima ricostruzione, sia la bicicletta che la Polo avevano la stessa direzione. L’auto avrebbe agganciato lateralmente la bicicletta in sella alla quale sedeva Bianchini, trascinandola per circa 20 metri, prima che la due ruote si sganciasse, finendo contro il muretto di una casa. A Bianchini è toccata una triste sorte: sbalzato sul parabrezza e trascinato per almeno 10 metri, è finito a terra nel campo a lato della via per Vorno. Forse morto sul colpo, sospettano gli inquirenti, anche se sarà decisivo per stabilirlo l’esame necroscopico disposto sulla salma dal magistrato di turno, il sostituto procuratore Lucia Rugani.
Il pirata si costituisce. A poco a poco gli agenti sono riusciti a ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente, mentre è partita la caccia al pirata della strada. Che aveva comunque le ore contate. Nel pomeriggio è arrivata la svolta. Al comando della polizia stradale di Lucca, dove si era comunque ad un passo dalla soluzione del caso, si è presentato spontaneamente e da solo il 32enne che era alla guida della Polo. Agli agenti diretti dal comandante Calogero La Porta che lo hanno ascoltato a lungo il tecnico informatico ha spiegato di non ricordarsi nulla di cosa era accaduto nella notte in via per Vorno ma di aver notato dopo diverse ore i segni dell’incidente sulla sua auto e di averci riconosciuto quella sospetta, ricercata dalla polizia. Il giovane dunque si è costituito entro le 24 ore, evitando così l’arresto (come prevedono le norme del codice della strada), ma non l’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo aggravato dall’omissione di soccorso. Secondo le sue dichiarazioni, sarebbe stato da solo nell’auto: alla polizia ha raccontato di avere trascorso la serata in un locale e che stava tornando a casa. Le indagini però sono tutt’altro che concluse e mirano adesso a verificare l’attendibilità del racconto reso dal giovane.
Una vita spezzata.Al termine di una giornata drammatica tutti i tasselli di quella che è a tutti gli effetti una tragedia sono stati ricomposti. Ma su tutto prevale la perdita di una vita umana, in circostanze tanto drammatiche. Achille Bianchini si era trasferito a Chiatri da qualche anno, dopo essersi separato dalla moglie che attualmente continua a vivere con la figlia a Bottria, frazione del comune di Tresana, in provincia di Massa. Achille si era deciso a rifarsi una vita, dopo essere stato licenziato dalla banca dove lavorava a La Spezia. Il suo passato era in questo settore, visto che aveva prestato servizio in precedenza alla Intesa Sanpaolo e a Cariplo. In seguito aveva svolto lavori saltuari, fino all’impiego come lavapiatti alla birreria Lowengrube, aperta da pochi mesi in viale Carlo Del Prete. Ed era solito arrivare a lavoro in bicicletta, come ha raccontato il gestore alla polizia. A volte raggiungeva il locale in bici perfino da Chiatri, altre volte quando faceva troppo tardi si faceva ospitare in un appartamento di Guamo da una amica, raggiunta dalla tragica notizia mentre si trovava all’estero. Così era accaduto anche stanotte. Bianchini, terminato il turno di lavoro, era saltato sulla sua bicicletta e aveva percorso il tragitto che lo separava da casa. A meno di 500 metri dal suo appartamento, però, è avvenuta la disgrazia.

FOTO – I rilievi della polizia sul luogo dell’incidente mortale (di Domenico Bertuccelli)