Fermato l’aggressore del giovane a Porta San Pietro

3 settembre 2015 | 11:41
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Fermato l’aggressore del giovane a Porta San Pietro

E’ stato fermato dalla polizia il presunto aggressore di Bela Oufia, il giovane marocchino di 26 anni, ferito con il collo di una bottiglia alla gola, nella zona di Porta San Pietro (Leggi), lunedì sera (31 agosto). Gli inquirenti che erano riusciti dopo poche ore a dare già un nome ed un volto al connazionale del giovane, lo hanno rintracciato in una abitazione di Cappella dove l’uomo, Ouadi Aboufaris di 30 anni, viveva da qualche tempo, pur essendo irregolare sul territorio italiano. L’accusa è tentato omicidio.

Il sospettato è stato colpito da un fermo di indiziato firmato dal sostituto procuratore Salvatore Giannino, titolare delle indagini che, in un primo momento, si erano intersecate con quelle relative al suicidio choc di Nicola Barsotti, l’ex barista di 26 anni, che si è accoltellato a morte, quasi in contemporanea con l’aggressione del marocchino, sugli spalti sotto il baluardo San Colombano. Invece, quella lite esplosa in violenza non aveva nulla a che fare con la morte di Barsotti. Il diverbio tra i due stranieri era scoppiato attorno alle 21,20 al sottopasso di viale San Concordio, scattato, secondo la ricostruzione degli agenti, per una sigaretta che la vittima si era rifiutata di offrire. L’arresto è scattato stamani (3 settembre) attorno alle 8,30 con l’intervento della squadra mobile che è riuscita a rintracciare il giovane fuggito subito dopo l’aggressione. Già noto per reati legati allo spaccio di stupefacenti, alla rapina impropria, alla resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e atti osceni, è accusato di aver ferito il 26enne, provocandogli una prognosi di 30 giorni. L’uomo è stato rintracciato anche grazie alle intercettazioni telefoniche e al controllo della sua utenza e sui familiari che vivono a Lucca e nei paesi limitrofi. Già nel corso della notte dell’aggressione, i poliziotti erano riusciti ad identificare il presunto responsabile e si erano recati in uno dei luoghi dove poteva abitare senza trovarlo. Nel timore di essere ricercato, infatti, aveva spento il telefonino ed aveva raggiunto la stazione, per salire sul primo treno e raggiungere Piazza al Serchio. Qui ha passato la notte su una panchina della stazione ed è stato svegliato la mattina dal titolare del bar. Durante la sua fuga, ha perso la carta di identità che è stata rinvenuta da un passante e consegnata alla questura. Un ulteriore indizio che ha portato all’esecuzione del fermo.