
di Roberto Salotti
Quando, soltanto pochi giorni fa, ha aperto la raccomandata per qualche secondo ha pensato ad uno scherzo di cattivo gusto. Poi ha letto meglio e ha chiesto spiegazioni per telefono. Nella busta c’era una sanzione da 450 euro da pagare per la violazione del regolamento del decoro urbano. Il motivo, tuttavia, è sembrato ancora più assurto a Salvatore Marco Merola, il titolare 37enne, originario di Roma ma che dall’età di 15 anni vive a Lucca, del locale Il Merendero di via Vittorio Emanuele. Nel mirino dei controlli della polizia municipale sono finiti i menu scritti con il gesso su due lavagnette che erano state collocate nella bacheca sulla soglia dell’ingresso dell’attività rilevata nel febbraio scorso.
Merola non si è scomposto troppo e ha voluto conoscere perché quelle scritte con il gesso costituissero una violazione da sanzionare. “Ebbene – racconta -, mi è stato detto che è una pubblicità e come tale è necessario chiedere l’autorizzazione in Comune. Ma quale pubblicità, mi sono detto: sopra ci erano scritti i piatti del giorno. E’ assurdo che un esercente non possa invogliare i passanti ad entrare in un modo che, francamente, trovo normale. Sono assolutamente per il rispetto delle regole, però che i vigili facciano i controlli a dovere e non come è avvenuto, bersagliando le attività di un’intera zona tra via Vittorio Emanuele e via Veneto. Voglio assolutamente mettermi in regola, ma per capire cosa devo fare dovrò recarmi direttamente al Suap”.
L’unica alternativa per il menu è il tradizionale foglio A3, con su riportate le pietanze. “Il resto non è in alcun modo tollerato, secondo quanto ho potuto capire finora”, racconta Merola che insieme agli altri esercenti multati della zona si è recato nei giorni scorso alla sede Ascom di palazzo Sani, per segnalare l’accaduto e cercando risposte.
L’accertamento della polizia municipale risale al 7 agosto scorso. Ma da quella data sono seguite altre raffiche di multe di questo tipo. E non solo alle attività vicine a quelle di Merola. Da ultimo anche in via Roma e in via Santa Croce. “Quello che manca – commenta il titolare – è un po’ di buon senso”. Anche per questo motivo, a mo’ di provocazione, ha appeso un cartello all’ingresso dell’attività, scusandosi con i propri clienti se gli era impossibile comunicare cosa avrebbero trovato di buono all’interno. “Nemmeno sulla vetrina posso decidere liberamente – dice Merola – così sono stato costretto a ritirare i menu. Lavoro nel rispetto della legge e ho agito anche in questo caso in buona fede. Ma se lavorando in questo modo mi trovo da pagare multe di quella cifra, mi verrebbe da dire addio al centro storico di Lucca. Così è veramente difficile lavorare”.
La rabbia è generalizzata tra coloro che sono stati multati. Soprattutto per il fatto che simili affissioni vengano considerate a tutti gli effetti come una pubblicità. “Allora – suggerisce ancora Merola – cosa dire dei negozi di abbigliamento? Si arriverà a contestare anche a loro gli allestimenti in vetrina, se sembreranno troppo simili ad uno spot pubblicitario?”.
Anche altri commercianti tartassati si sono rivolti alle loro categorie, alquanto scocciati del fatto che le modifiche al regolamento non fossero state concertate e soprattutto ben comunicate. Le sanzioni, nel frattempo, sono fioccate anche in via Elisa e in via Santa Croce. E la lista degli scontenti sale. “Purtroppo questi episodi – spiegano alcuni commercianti – dimostrano quanto scarsa sia la collaborazione dell’amministrazione comunale con le categorie economiche di questa città. Dobbiamo far fronte con balzelli quotidiani, a partire dal caro affitti. Se ora ci censurano anche l’ultimo modo di auto promuoverci, come faremo a sopravvivere?”.