
Torna ad essere alta la tensione nel carcere di Lucca, dove un detenuto di origini tunisine accusato di rapina aggravata, lesioni personale aggravate e furto, ha prima picchiato tre poliziotti del carcere e poi ingerito pezzi di plexigas dopo aver rotto alcuni pannelli. A darne notizia è Donato Capece, segretario generale sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo della categoria.
“Sono stati momenti di alta tensione, gestiti al meglio dal personale di Polizia Penitenziaria che con grande professionalità ha impedito conseguenze più gravi all’interno della Casa Circondariale di Lucca, che alla data del 31 agosto scorso risultava affollata da 112 detenuti, 20 in più rispetto ai posti letto regolamentari. E’ uno stillicidio costante e continuo: i nostri poliziotti penitenziari continuano a essere picchiati e feriti nell’indifferenza delle autorità regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria, che sono per altro costrette a confermare l’aumento delle violenze contro i Baschi Azzurri del Corpo nonostante il calo generale dei detenuti ma che nonostante ciò non adottano alcun provvedimento concreto perché queste folli aggressioni abbiamo fine, ad esempio sospendendo quelle pericolose vergogne chiamate vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto”, denuncia il leader nazionale del Sappe, che rivolge ai poliziotti feriti “la solidarietà e la vicinanza del primo sindacato dei Baschi Azzurri”. Capece ricorda che il Sappe aveva reso pubblico, nelle scorse settimane, il dato allarmante delle aggressioni contro i poliziotti in Toscana nei primi sei mesi del 2015: 501 atti di autolesionismo (il record in tutta Italia), 3 tentati suicidi, 213 colluttazioni e 39 ferimenti che, alla data di oggi, sono lievitati ulteriormente. Pasquale Salemme, segretario regionale Sappe della Toscana, evidenzia infine “la professionalità, la competenza e l’umanità che ogni giorno contraddistingue l’operato delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria con tutti i detenuti per garantire una carcerazione umana ed attenta pur in presenza ormai da anni di oggettive difficoltà operative, le gravi carenze di organico di poliziotti, le strutture spesso inadeguate. Attenti e sensibili, noi poliziotti penitenziari, alle difficoltà di tutti i detenuti, indipendentemente dalle condizioni sociali o dalla gravità del reato commesso. Ma che corrono rischi e pericoli ogni giorno, in carcere, a Lucca e nelle altre strutture detentiva campane, per il solo fatto di essere rappresentanti dello Stato che garantiscono sicurezza e per questo pagano anche prezzi altissimi in termini di stress e disagi”.